Chi era San Tiziano?

San Tiziano fu Vescovo di Oderzo fra il 610 ed il 632.

San Tiziano nacque nel 555 da una facoltosa famiglia nell’isola di Eraclea dopo che l’Imperatore d’Oriente, Eraclio vi fece costruire una piccola città. L’isola di Eraclea, poco lontana dalla costa adriatica all’epoca, un po’ alla volta di sé lasciò solo il ricordo. L’apporto infatti di sedimenti da parte dei fiumi e il prosciugamento delle zone paludose unì quest’isola alla terraferma.

Nel VII secolo Oderzo era una città importante, sede vescovile e con una Storia che durava già da molto tempo. Gli storici affermano che esisteva il castrum fortificato di Ceneda costruito dai Romani a difesa della stretta di Serravalle collegata ad Oderzo con una strada importante per i traffici commerciali. Nei dintorni esistevano piccoli villaggi abitati da contadini dediti alla coltivazione della poca terra non coperta da boschi e acquitrini.

San Tiziano ebbe come precettore il Vescovo di Oderzo Floriano, che venne in seguito proclamato santo. Questi, a tempo debito, fu ben felice di ordinare Tiziano diacono e poi sacerdote. Distintosi per l’eccellente preparazione pastorale, gli fu affidato anche l’incarico di economo e di arcidiacono della chiesa opitergina. Floriano decise, ad un certo punto della sua esistenza, di cambiare vita e divenne missionario e lasciò il vescovato. Gli Opitergini trovarono nella figura di Tiziano una valida guida per cui fu eletto Vescovo di Oderzo per cinque lustri.

Tiziano morì il 16 febbraio 632 e venne sepolto ad Oderzo.

Durante il vescovato di San Tiziano accadde un fatto grave e sanguinoso. Gisulfo, duca longobardo del Friuli, morendo lasciò in Cividale quattro figli: due adolescenti Taso e Caco e due ancora fanciulli Radoaldo e Grimoaldo.

Quando nell’anno 610 gli Avari assalirono Cividale, i quattro ragazzi riuscirono a mettersi in salvo. Passato il pericolo, Taso e Caco, i maggiori dei fratelli, ottennero assieme il governo del Ducato. Ma i due duchi vissero poco a causa di una fine tragica che li colse proprio ad Oderzo. Gregorio governatore del litorale adriatico controllato dai bizantini, aveva promesso a Taso, con inganno e intrighi politici, di riconoscerlo suo figlio adottivo.

Taso e Caco entrarono a Oderzo, Gregorio chiuse le porte della città ed assalì i due giovani e i loro compagni che caddero dopo aver combattuto coraggiosamente. Era l’anno 615.

Il fratello Grimoaldo non dimenticò il delitto compiuto a Oderzo e divenuto re dei Longobardi vendicò la morte dei fratelli distruggendo Oderzo totalmente. Questo avvenne circa cinquanta dopo.

Gli Eracleani dal canto loro non tardarono a rivendicare le reliquie, ma invano per la strenua opposizione degli opitergini.

Concittadini e parenti di San Tiziano, venuti un giorno a Oderzo da Eraclea vollero visitare il sepolcro, calata la notte, trafugarono il corpo del Santo, lo imbarcarono nel fiume Monticano e fuggirono. Gli Opitergini, accortisi ben presto dell’accaduto, si diedero ad inseguire i rapinatori e li raggiunsero nelle vicinanze del castello di Motta di Livenza, dove il Monticano confluisce nel Livenza, Opitergini e Eracleani stavano per azzuffarsi quando comparve un uomo anziano il quale li esortò di lasciare il Santo nella barca e di vedere dove questa si sarebbe diretta.

I due gruppi acconsentirono. La barca, con le spoglie del Vescovo, risalì la corrente ed a Portobuffolè l’imbarcazione si fermò perché il fiume Livenza non era più navigabile; la salma venne caricata su un carro trainato da buoi. Gli Opitergini vollero riprendersi il Santo e riportarlo in città ma gli animali non riuscivano a smuovere il carro. Dopo una serie di peripezie, ricomparve l’uomo anziano il quale esortò i presenti a lasciare che i buoi fossero liberi di prendere qualsiasi direzione. Con molto stupore questi presero la strada per Ceneda dove tutt’ora si trova la salma di San Tiziano. Infatti, il Santo è stato sepolto nella Cattedrale dedicata all’Assunta ed a San Tiziano a Vittorio Veneto.