Chi era Ermenegildo Daniele Francesconi?

Ernenegildo Daniele Francesconi fu un ingegnere che nacque a Cordignano sul finire del Settecento e divenne famoso per aver contribuito alla realizzazione di diverse opere fluviali.

Il nonno Lorenzo era perito agrimensore mentre lo zio, Giovanni Battista, era notaio ed insieme gestivano la tenuta dei nobili Mocenigo in località Villa di Villa a Cordignano. Questi ultimi erano una delle famiglie più importanti di Venezia.

Dopo aver studiato ingegneria all’Università di Padova, Ermenegildo venne ammesso a frequentare la Scuola militare di artiglieria e genio di Modena, ricevendovi una formazione scientifica e tecnica. Ottenne il grado di sottotenente nel settore genio. Rimase cinque anni nel corpo ufficiali dell’esercito asburgico, attendendo a diversi lavori di fortificazione, i più importanti dei quali a Rastadt nell’attuale Germania. Nel 1820 ritornò a Cordignano per affiancare la famiglia nella gestione della tenuta dei Mocenigo.

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Sempre nel 1820 sposò la baronessa Leopoldine Faes von Tiefenthal, da cui avrebbe avuto tre figlie, Maria, Elisa e Teresa.

Nel 1822 entrò nella sezione del genio civile di Venezia e con tale incarico diresse diversi lavori. Ad esempio la costruzione della Statale Alemagna sul tratto Serravalle-Dobbiaco, ma anche la Pontebbana da Udine a Pontebba, alcune opere idrauliche come le arginature del Tagliamento a Latisana e del Po a Castelmassa, il progetto di regolazione del Danubio nei pressi di Bratislava ma intervenne anche per migliorare i porti di Trieste, Venezia e Fiume, progettò la diga del porto di Malamocco e molti altri ancora.

La sua carriera di alto funzionario culminò nel 1847 quando fu nominato cavaliere dell’Impero. Ma in quell’anno iniziò pure la sua parabola discendente, in quanto fu privato delle competenze amministrative relative alla sua carica; nel 1848, forse anche a causa della partecipazione del cugino Daniele Francesconi alla rivoluzione italiana, rassegnò le dimissioni da direttore generale.

Nel 1858 si manifestarono i primi sintomi della malattia cardiaca, di cui sarebbe morto a Cordignano, nella casa di famiglia, dove si era recato per godere di un clima più mite, l’8 giugno 1862.