Storia Montebelluna

Montebelluna nasce prima come insediamento paleoveneto e poi romano. Anche l’origine del nome risale a queste epoche antiche: Monte– a indicare la collina di Mercato Vecchio, ai piedi della quale è sorto l’abitato, e –belluna in relazione al culto della dea romana della guerra Bellona.

Dal Medioevo al Settecento

Lo sviluppo di Montebelluna è stato favorito dalla strategica posizione geografica all’imboccatura della valle del Piave, collegamento tra la pianura e l’area prealpina. Sulla cima del colle che la sovrasta ha ospitato in età medievale e rinascimentale un rinomato mercato, trasformando il paese in un’importante via di traffico, luogo di scambio di merci e ricchezze, d’idee e culture.

L’Ottocento

Nel 1870, all’indomani dell’unificazione dell’Italia, il mercato è stato trasportato al piano e la conseguente nascita del centro urbano ha segnato il passaggio alla modernità. È stato un gesto urbanistico, e quindi culturale, audacissimo e contestato, ma fondativo della città attuale, progressivamente concresciuta sul grande emporio che, collocato ai piedi del Montello, ha funzionato come volano per lo sviluppo delle attività agricole e artigianali.

La città, nonostante l’alto tasso di emigrazione, ha vissuto un’importante fase di sviluppo dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi anni del Novecento. In questo periodo sono state realizzate importanti opere che hanno dato un forte impulso alla crescita del paese: l’inaugurazione del primo collegamento ferroviario TrevisoMontebelluna del 1884, la delibera per la presa stabile del canale per l’irrigazione Brentella del 1886 , l’apertura delle nuove linee ferroviarie PadovaMontebelluna e TrevisoBelluno del 1886, l’elettrificazione del 1903, l’acquedotto di San Giacomo di Fener del 1901, i lavori pubblici con la costruzione delle carceri del 1884, la decisa e imponente sistemazione della viabilità e l’istituzione della Banca Popolare del 1877.

Fino alla Prima Guerra Mondiale

Dopo la tragedia del primo conflitto mondiale, che ha trasformato Montebelluna in una città al fronte, lo sforzo della ricostruzione ha declinato l’artigianato della calzatura verso la specializzazione sportiva, orientata in particolare all’alpinismo pioneristico e allo sci praticati sulle vicine Dolomiti.

Dalla Seconda Guerra Mondiale fino ad oggi

Nel secondo dopoguerra l’artigianato è diventato industria e i marchi del distretto produttivo montebellunese dello Sportsystem, ricco di competenze uniche, si sono affermate a livello mondiale facendo della città dell’area montelliana una delle più ricche d’Europa negli anni Ottanta e Novanta, la capitale mondiale della calzatura sportiva. Design, ricerca dei materiali e brevetti hanno reso Montebelluna città di frontiera fin dalla fase aurorale dell’economia delle reti, cosicché le aziende e i grandi marchi negli anni della delocalizzazione hanno conservato qui la loro radice, gli headquarter, dispiegando però le loro fronde produttive nei diversi continenti.

Oltre allo sviluppo del distretto della calzatura sportiva, la crescita economica registrata fino ad oggi è avvenuta anche di pari passo all’innalzamento del potenziale medio d’istruzione attraverso il fiorire di un polo scolastico secondario, di una fra le più innovative biblioteche contemporanee del Veneto, del Museo Civico di Archeologia e Scienze Naturali, del Museo dello Scarpone, del Memoriale Veneto della Grande Guerra di Villa Pisani, della rete delle associazioni culturali, del rinnovato ospedale.

La recente pedonalizzazione del corso, nella parte ove insistono gli edifici architettonicamente più pregiati della città, ha ricucito organicamente le diverse piazze del centro–ben otto, a questo punto–restituendo il centro storico alla sua vocazione di luogo del mercato, dell’incontro fra i cittadini, di grande scenario all’aperto per eventi culturali e manifestazioni di diversa ispirazione.

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