Seppur non sono molte le informazioni dettagliate sulla Storia di Rolle. È comunque, possibile farsi una panoramica di quanto è successo in questo bel borgo nel corso dei secoli.

Storia di Rolle

Molto probabilmente in epoca romana e precedente, la località vide la presenza degli uomini. La vallata è sempre stata interessata da traffici economici che la investivano direttamente ed indirettamente.

In epoca medioevale, furono diverse le lotte nella Valmareno che coinvolsero questi territori con scontri, rappresaglie, vuoi per questioni patrimoniali, vuoi per equilibri economici o politici.

Nel XII secolo, la zona fu un territorio di confine per il Vescovo di Belluno e la città di Conegliano. Per questo motivo venne costruito un castello su una posizione predominante della valle e molto vicino al Passo San Boldo, via più veloce per arrivare nel bellunese.

La Valle, nel medesimo secolo, venne inclusa nella Contea Vescovile di Ceneda e successivamente, assoggettata all’espansione del Comune di Treviso.

Anche il clima nel corso della Storia ha mutato gli equilibri del popolo. Si parla di aumento della popolazione nel Duecento, Quattrocento e Cinquecento e momenti di riduzione degli abitanti nel Trecento, Seicento e Settecento.

Diverse furono le famiglie che comandarono in questa contea nel corso dei secoli tra questi sicuramente importanti i Da Camino e i Brandolini,

A Rolle nel Trecento si sviluppò un’attività tipica: i “pignatari” cioè coloro che producevano pentole. Molto probabilmente, in questo secolo e nei successivi, le pentole venivano barattate con cereali o altri beni di prima necessità. L’attività durò fino a tutto l’Ottocento e poi cessò definitivamente per il cambio delle condizioni sociali della popolazione residente.

Secondo gli studiosi, nel Trecento il territorio era organizzato in regole, cioè villaggi con autonomia amministrativa e gestionale, in pievi civili cioè in più regole che collaborano fra loro e in capopieve cioè gli attuali Comuni. Le pievi civili coincidevano con quelle religiose. Questa organizzazione si frapponeva fra il centro politico ed i villaggi.

Rolle fece parte della Contea di Valmareno e quindi le decisioni prese, coinvolsero anche il suo territorio.

Sempre nel medesimo secolo, i Da Camino cercarono di opporsi all’espansione veneziana e chiesero aiuto agli Ungheresi.

Nel XIV secolo la popolazione di Rolle, era composta da un numero risicato di famiglie, legate alla gestione ed alla coltivazione di piccoli appezzamenti di terra,

Nel 1388 la Repubblica di Venezia conquistò questi territori e li governò fino alla sua caduta. In quell’epoca i podestà venivano nominati direttamente da Venezia.

Della Contea di Valmareno facevano parte i territori di: Rolle, Campea, Cison, Col, Combai, Farrò, Valmareno, Miane, Premaor, Solighetto, Tovena, Vergoman e Visnà.

Nel 1379 l’esercito veneziano rase al suolo la fortificazione, di proprietà dei Da Camino, a Solighetto come ritorsione per il mancato supporto ed accondiscendenza.

Nel 1411 gli Ungheresi di Pippo Spano, filoimperiali, arrivarono nella Valle ed Ercole Da Camino occupò il castello, cioè l’attuale CastelBrando, ed assunse la carica di capitano imperiale e propose a Venezia di essere confermato nel governo del feudo in cambio della fedeltà e dell’aiuto per occupare Serravalle.

Nel 1419 terminò la guerra, Ercole Da Camino fu confermato Conte della Valmareno, quindi anche di Rolle, di Fregona e di Solighetto. Non poté trasferire però la carica agli eredi.

Nel 1436 la Valmareno venne infeudata dal Gattamelata e da Brandolino Brandolini ma nel 1439 venne riscattata totalmente dai Brandolini e venne estromesso totalmente il Gattamelata.

Nel Cinquecento, Venezia dovette combattere contro la Lega di Cambrai e questo, come tutte le guerre, portò difficoltà nei territori dell’entroterra ed anche in Valmareno.

La Contea elaborò un sistema politico-amministrativo articolato e proprio. Periodicamente venivano  eletti: il podestà, l’avvocato fiscale, il cancelliere pretorio, il cavaliere di corte, il giudice di seconda istanza e sei ufficiali.

Il podestà rimaneva in carica 18 mesi, l’ufficio poteva essere prorogato dal Conte. Aveva un potere importante: poteva procedere contro tutti i reati. Era un uomo che risiedeva in altri Comuni vicini a dove lavorava. Più lontano, sempre a livello di residenza, era il giudice di seconda istanza.

Il Cancelliere di Corte aveva il compito di salvaguardare i privilegi ed i diritti del feudo.

Il Cavaliere di Comune aveva competente sui prezzi e le misure in uso.

Il Cavaliere di Corte doveva controllare la sicurezza pubblica e quella dei suoi cittadini.

All’inizio dell’anno, i villaggi eleggevano “per rodaro” cioè per rotazione una quaterna di candidati da sottoporre al Conte. Quest’ultimo nominava un solo rappresentante per località dal quartetto proposto. Gli eletti  sedevano nel Consiglio dei Dodici, cioè l’assemblea che veniva riunita per discutere delle richieste veneziane o di problemi che riguardavano l’intera contea. Gli eletti erano uno  per villaggio ad eccezione di Pieve, Solighetto e Farrò che ne eleggevano uno solo per tutti e tre i paesi.

Ogni villaggio aveva i suoi organi di autogoverno, il più importante era la vicinia, cioè l’assemblea dei capifamiglia. In questo organo potevano accedere solamente i residenti di quel paese.

La ricerca di un ruolo e la spartizione del potere creava sempre invidie e tensioni. Capitò che il Dodese cioè il rappresentante di Rolle funse da massaro nel Comune cioè da messaggero fra i villaggi e le figure di potere della Valle ed il Conte. Questo incarico gli permise di essere esonerato dal prestare servizi e pagare le imposte. Nel Settecento, l’allora Conte Guido VIII Brandolini lo apostrofò con queste parole: “Autorità di stabilire se non bagatelle”. Dalla parte opposta, il Degano cioè colui che convocava l’Assemblea dei Dodici, era sicuramente una figura importante.

Nel Seicento e nei secoli precedenti l’attività economica più diffusa nella frazione fu il lavoro nei campi. A Rolle, vi furono alcune eccezioni: il cosiddetto oste povero, il rivenditore di vino ed il fornaio-panettiere. Le persone che gestirono queste attività furono accomunate da una caratteristica: la difficoltà a creare un reddito sufficiente per le loro famiglie e la possibilità di condurre una vita dignitosa.

Con la caduta di Venezia, nel 1797, le cose cambiarono. Prima i Francesi e successivamente gli Austriaci depredarono il territorio della Valmareno e quindi anche Rolle.

In quel periodo, fra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, l’apparato amministrativo-politico della Valle venne modificato completamente. Vennero cancellate le giurisdizioni feudali e quindi anche la Contea di Valmareno. Venne abolita la figura dei Conti.

Il territorio di Rolle venne definito, in un documento di quell’epoca, “piccola villa in colle fra monti.” Rolle si trovava fra la castaldia di Tarzo, il Comune di Solighetto con Farrò ed il Comune di Cison. La principale differenza rispetto ad oggi è che, la località Marzole, ora non fa più parte della frazione mentre un tempo era inglobata al suo interno.

Fino all’Ottocento, Rolle era ricca  di boschi che la tutelavano, da frane e smottamenti ma con l’incremento della popolazione la superficie boschiva venne ridotta sensibilmente creando problemi, di stabilità del suolo. Venne per questo promulgata una legge che limitava il taglio per tutelare l’abitato. Questa situazione continuò per tutto il secolo e parte del Novecento.

Il 30 marzo 1806 l’ex repubblica veneta venne annessa al Regno d’Italia. Re venne designato da Napoleone III, Eugenio De Beauharnais.

La provincia di Treviso venne divisa in nove distretti: in quello di Ceneda vi erano anche Rolle e Zuel.

Nel 1807, ci furono altre modifiche territoriali, nacquero i Dipartimenti del Tagliamento con capoluogo Treviso. Il territorio venne diviso in Cantoni. Rolle fu collocato nel III Distretto, Cantone di Ceneda.

Dal 1815 e quindi con il ritorno degli Austriaci, la provincia di Treviso venne divisa in Comuni. Venne costituito il V Distretto di Serravalle che comprendeva anche i Comuni di III classe di Cison, fra i quali troviamo Rolle e Zuel.

Nel 1866, il Veneto entrò a far parte del  Regno d’Italia e ci fu un’ulteriore modifica dei Comuni. Non in forma rilevante come nel passato.

Da quel momento, Rolle con Cison di Valmarino seguirono le vicende storico-politiche del Regno d’Italia.

Nel corso dei secoli, Rolle ebbe diversi toponimi e denominazioni come: Arolle, Arrole, Airrolle, Arrolis, Ayrolis e Arolis.

Per coloro che volessero approfondire la Storia di Rolle segnaliamo: “Rolle Storia di un villaggio della collina trevigiana” di Danilo Gasparini e Gianpiero Nicoletti, Canova Edizioni, 2002