Qui di seguito trovate alcuni Cenni sulla Storia del Corpo degli Alpini.

Cenni storici sugli Alpini

L’Alpino come soldato di montagna nell’Italia da poco unita nasce con la firma del Regio Decreto del 15 ottobre del 1872.

Fu il capitano di Stato Maggiore Perrucchetti che valutando la necessità di difendere i nuovi confini dell’Italia settentrionale presentò uno studio che assieme al Generale Ricotti-Magnani proponeva la costituzione di truppe da montagna.

L’idea non era nuova, nella storia erano già esistiti dei soldati di montagna. Vi furono la I, II e III Legio Alpina Julia ai tempi dei Romani. I Cimbri negli altipiani alpini. Nelle terre dei Savoia un esempio furono le Milizie Valdesi. I “Cacciatori delle Alpi” nelle campagne risorgimentali italiane.

 Lo studio del Perrucchetti metteva in risalto le nuove esigenze di uno Stato appena formato con dei confini impervi e difficili da difendere soprattutto per le condizioni morfologiche, climatiche e geografiche. Serviva gente motivata, capace di resistere in un ambiente ostico e con una volontà che superasse i meri interessi statali. Serviva gente in grado di difendere la propria terra e le proprie tradizioni.

Il R.D. del 15 ottobre 1872 pose le basi per la formazione del Corpo degli Alpini. Inizialmente vennero formate 15 compagnie che diventarono 36 intorno al 1878 riunite in 10 battaglioni. Nel 1882 furono costituiti i primi sei reggimenti a cui si aggiunsero il 7° nel 1887 e l’8° nel 1909. Il 1887 vide anche la nascita dell’Artiglieria da Montagna.

Negli anni che precedettero la Prima Guerra Mondiale, l’esercito italiano prevedeva il ricorso a tre categorie di soldati: quelli in Servizio permanente, la Milizia mobile e la Milizia territoriale.

Mobilitando tutto l’esercito il Regno d’Italia in quell’epoca contava quasi 2.000.000 di soldati.

Il Servizio permanente era garantito dai soldati di leva obbligatoria che in quell’epoca era di 2 anni, la Milizia mobile era formata dai congedati che erano comunque in grado di assolvere il compito di soldato, la Milizia territoriale era invece formata da uomini più anziani in grado comunque di offrire i loro servizi nelle retrovie e non al fronte.

Durante la Grande Guerra comunque la Milizia mobile fornì all’esercito 10 divisioni suddivise in circa 950 compagnie tra cui l’artiglieria e il genio mentre la Milizia territoriale, ossia i Vecchi, furono impegnati al fronte contro gli austroungarici sul Monte Cengio.

Il Corpo degli Alpini era composto da 8 Reggimenti.

1° Reggimento Alpini
Servizio permanente con i battaglioni Ceva, Pieve di Teco, Mondovì.
Milizia mobile con i battaglioni Monte Mercantour, Monte Saccarello, Monte Clapier.
Milizia territoriale con i battaglioni Val Tanaro, Val Arroscia, Val Ellero.
2° Reggimento Alpini
Servizio permanente con i battaglioni Borgo San Dalmazzo, Dronero, Saluzzo.
Milizia mobile con i battaglioni Monte Argentera, Monviso, Monte Bicocca.
Milizia territoriale con i battaglioni Val Stura, Val Maira, Val Varaita, Cuneo.
3° Reggimento Alpini
Servizio permanente con i battaglioni Pinerolo, Fenestrelle Exille, Susa.
Milizia mobile con i battaglioni M. Granero, M. Albergian, M. Assietta, Moncenisio.
Milizia territoriale con i battaglioni Val Pellice, Val Chisone, Val Dora, Val Cenischia e il battaglione sciatori Courmajer.
4° Reggimento Alpini
Servizio permanente con i battaglioni Ivrea, Aosta, Intra.
Milizia mobile con i battaglioni M. Levanna, Cervino, M. Rosa.
Milizia territoriale con i battaglioni Val d’Orco, Val Baltea, Val Toce, Pallanza.
5° Reggimento Alpini
Servizio permanente con i battaglioni Morbegno, Tirano, Edolo, Vestone.
Milizia mobile con i battaglioni M. Spluga, Stelvio, M. Adamello, M. Suello.
Milizia territoriale con i battaglioni Val Intelvi, Valtellina, Val Camonica, Val Chiese, M. Tonale e i
battaglioni sciatori M. Mandrone, M. Ortler e M. Cavento.
6° Reggimento Alpini
Servizio permanente con i battaglioni Verona, Vicenza, Bassano.
Milizia mobile con i battaglioni M. Baldo, Berico, Sette Comuni.
Milizia territoriale con i battaglioni Val d’Adige, Val Leogra, Val Brenta, Monte Pasubio.
7° Reggimento Alpini
Servizio permanente con i battaglioni Feltre, Pieve di Cadore e Belluno.
Milizia mobile con i battaglioni M. Pavione, M. Antelao, M. Pelmo.
Milizia territoriale con i battaglioni Val Cismon, Val Piave, Val Cordevole e il battaglione sciatori M. Marmolada.
8° Reggimento Alpini
Servizio permanente con i battaglioni Tolmezzo, Gemona, Cividale.
Milizia mobile con i battaglioni M. Arvenis, M. Canin, M. Matajur.
Milizia territoriale con i battaglioni Val Tagliamento, Val Fella, Val Natisone e il battaglione sciatori Monte Nero.

 Nel corso della Prima Guerra Mondiale il Corpo degli Alpini raggiunse la sua massima estensione contando 88 Battaglioni che comprendevano 274 Compagnie e 67 Gruppi di Artiglieria da Montagna. Alla fine del conflitto si aggiunse ai precedenti anche il 9° Reggimento costituito nel 1919.

Il 31 ottobre del 1935, appena un anno dopo la legge dell’11/10/1934, diventò operativo il nuovo ordinamento dell’esercito Italiano che trasformò i Comandi Superiori Alpini in Divisioni Alpine.

La riorganizzazione identificava le Divisioni con un numero e un luogo di appartenenza ovvero: 1ª Divisione Taurinense, 2ª Divisione Tridentina, 3ª Divisione Julia, 4ª Divisione Cuneense. A queste Divisioni si aggiunse la specialità del Genio Alpino. Dopo appena due mesi venne costituita anche la 5ª Divisione Val Pusteria.

Con questo ordinamento, l’Italia manderà i suoi alpini a combattere in Etiopia, poi in Spagna e allo scoppio della II^ Guerra Mondiale sul fronte Occidentale, poi in Grecia, Albania, Jugoslavia e Russia.

La struttura del Corpo degli Alpini nel 1940 era la seguente:

1ª Divisione Taurinense con 3° e 4° reggimento alpini, 1° reggimento artiglieria alpina, 1 compagnia genio;

2ª Divisione Tridentina con 5° e 6° reggimento alpini, 2° reggimento artiglieria alpina, 1 compagnia genio;

3ª Divisione Julia con 8° e 9° reggimento alpini, 3° reggimento artiglieria alpina, 1 compagnia genio;

4ª Divisione Cuneense con 1° e 2° reggimento alpini, 4° reggimento artiglieria alpina, 1 compagnia genio;

5ª Divisione Pusteria con 7° e 11° reggimento alpini, 5° reggimento artiglieria alpina, 1 compagnia genio.

Il 15 Novembre 1941 ad Ivrea venne costituita anche la 6ª Divisione Alpi Graie con il 3° e il 4° gruppo alpini Valle e alcuni Battaglioni provenienti da altre divisioni.

Dopo l’Armistizio dell’8 settembre i reparti si trovarono senza direttive. Fu così che parte degli alpini si trovò a combattere per la Repubblica Sociale Italiana, parte per l’Esercito Regio al sud e parte per le formazioni partigiane al nord mentre molti furono gli alpini internati nei campi di concentramento tedeschi.

La Divisione Taurinense insieme ad altri reparti dell’esercito impegnati in Montenegro venne sciolta e formò la Divisione Italiana Partigiana Garibaldi inquadrata nell’esercito di Tito per la liberazione della Jugoslavia dalle forze tedesche.

Dopo un anno dalla fine della guerra in Italia, il 1° Aprile 1946 venne formato a Padova il primo reparto alpino del dopoguerra, fu l’8° Reggimento Alpini Tolmezzo.

1947 dopo la firma del trattato di pace con gli stati vincitori, l’Italia iniziò a ricostruire il nuovo Esercito. Gli scopi solamente difensivi riguardavano soprattutto il confine orientale.

1949 venne ricostituita a Udine una delle grandi unità alpine la Julia inizialmente composta dall’8° Reggimento Alpini, dal Gruppo Artiglieria da Montagna Belluno e da un Gruppo Artiglieria Controcarri. Più avanti nel tempo sarà ampliata con il plotone comando, una Compagnia Genio Pionieri, una Compagnia Collegamenti e il 3° Reggimento Artiglieria da Montagna.

1951 venne ricostituita a Bressanone la Brigata Alpina Tridentina con il 6° Reggimento alpini, il 2° Reggimento artiglieria da montagna e un plotone comando. Seguiranno le compagnie Genio Pionieri, Collegamenti, Sussistenza e i reparti dei servizi.

1952 a Torino venne ricostituita la Brigata Taurinense con il 4° Reggimento Alpini, il 1° Reggimento Artiglieria da Montagna, una Compagnia Mista Genio e il Plotone Comando.

1952 nasce in seno alla Brigata Tridentina il primo Plotone Alpini Paracadutisti seguito negli anni successivi da altri reparti Paracadutisti formatisi nelle altre Brigate Alpine.

1953 a Merano venne costituita la nuova Brigata Alpina Orobica con il Plotone Comando, una Compagnia Genio, il 5° Reggimento Artiglieria da Montagna e il 5° Reggimento Alpini.

1953 il 1° Luglio si costituisce a Belluno la nuova Brigata Alpina Cadore composta dal 7° Reggimento Alpini, il 6° Reggimento Artiglieria da Montagna, il Plotone Comando e Trasmissioni. A seguire verranno aggiunte le Compagnie del Genio, delle Trasmissioni, dei Controcarri e i reparti di supporto logistico.

Il 1953 vede anche la nascita delle Compagnie Trasmissioni da subito rese autonome rispetto alle Compagnie del genio.

Dopo la fine della II^ Guerra Mondiale e dopo l’adesione dell’Italia alla NATO, il Corpo degli Alpini risulta costituito da cinque brigate:
Julia con il comando ad Udine e le forze dislocate in Friuli Venezia Giulia ma anche in Abruzzo;
Cadore con il comando a Belluno ed i reparti nel Cadore;
Orobica con il comando a Merano e la forza nelle Valli Venosta ed Isarco;
Tridentina con il comando a Bressanone e i reparti in Val Pusteria e valle Isarco;
Taurinense con il comando a Torino e i reparti stanziati in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria.

La Cuneense, la Pusteria e le Alpi Graie non saranno più ricostruite.

Negli anni Cinquanta vennero organizzati i centri di addestramento per le reclute: CAR.

Con gli anni Ottanta gli Alpini vennero impiegati come forze di pace all’estero: Libano, Albania, Kurdistan, Mozambico, Bosnia, Kosovo, Afghanistan e in molte missioni anche nel territorio nazionale.

Dai primi anni Novanta la mutate condizioni geopolitiche in Europa portarono ad una nuova ristrutturazione del 4° Corpo d’Armata.

Nel 1991 venne sciolta la Brigata Alpina Orobica, nel 1997 fu la volta della Brigata Alpina Cadore e nel dicembre 2002 della Brigata Tridentina. Qualche anno dopo nel 2004 la legge 226 decretò la fine del servizio militare di leva obbligatoria.

Il 7 settembre 1993 venne sciolto anche l’ultimo reparto salmerie delle Truppe Alpine, costituito da 24 muli dislocati presso la Caserma “D’Angelo” di Belluno.

Il Comando Truppe Alpine attualmente gestisce:

  • 2 grandi unità da combattimento

Brigata Alpina Julia (Udine);

Brigata Alpina Taurinense (Torino);

  • Con 9 unità di manovra di fanteria leggera e cavalleria

2° Reggimento Alpini (Cuneo);

3° Reggimento Alpini (Pinerolo);

5° Reggimento Alpini (Vipiteno);

6° Reggimento Alpini (Brunico);

7° Reggimento Alpini (Belluno);

8° Reggimento Alpini (Venzone);

9° Reggimento Alpini (L’Aquila);

Reggimento Nizza Cavalleria (1°) (Bellinzago Novarese).

Reggimento Piemonte Cavalleria (2°) (Trieste);

  • 4 unità di supporto al combattimento

1° Reggimento di Artiglieria da Montagna (Fossano);

3° Reggimento di Artiglieria da Montagna (Remanzacco);

2° Reggimenti Genio Guastatori (Trento);

32° Reggimento Genio Guastatori (Fossano);

  • 2 unità di sostegno

Reggimento Logistico Julia (Merano);

Reggimento Logistico Taurinense (Rivoli);

  • 3 reparti di sostegno

1° Reparto Comando e Supporti Tattici Alpini (Torino);

14° Reparto Comando e Supporti Tattici Alpini (Udine);

Reparto Comando e Supporti Tattici “Tridentina” (Bolzano);

  • 1 Centro Addestramento Alpino (Aosta), da cui dipendono:

il Battaglione Addestrativo (Aosta);

il Reparto Attività Sportive (Aosta);

  • 1 Comando Militare Esercito Liguria (Genova);
  • 1 Comando Militare Esercito Lombardia (Milano);
  • 1 Comando Militare Esercito Piemonte (Torino).

Il corpo degli Alpini dispone del Museo Nazionale degli Alpini con sede a Trento. Il museo nato dalla volontà comune iniziò il suo iter nel 1938, venne inaugurato una prima volta il 15 marzo 1958. Successivamente venne riammodernato e aperto al pubblico  nel 2021.

Sempre gli Alpini hanno dato vita all’Associazione Nazionale Alpini A.N.A. fondata nel 1919 con sede a Milano. È costituita su base volontaria da chi ha fatto o fa parte delle Truppe Alpine: alpini, artiglieri da montagna, genieri, trasmettitori, paracadutisti e militari dei servizi.