Palazzo Ragazzoni

La genesi del Palazzo Ragazzoni, che accoglie i visitatori che si affacciano alla piazza principale di Sacile arrivando da nord-est, ci porta alla famiglia Ottoboni proprietari del nucleo iniziale del Palazzo. Gli Ottoboni nella seconda metà del Cinquecento lo cedettero alla famiglia Ragazzoni, importante famiglia proveniente da Venezia che aveva le sue origini probabilmente nell’attuale Bergamasca. Questi, come vedremo in seguito, influirono in maniera preponderante sull’edificio fino a quando diventò di proprietà della famiglia Flangini che lo utilizzò come dimora dal 1638 al 1804, quando il Biglia, erede dei Flangini lo cedette dopo averlo privato di interessanti testimonianze artistiche e storiche.

A queste famiglie seguirono i Saccomanni i Friedenber. I Lacchin lo acquistarono agli inizi del ventesimo secolo e dopo la morte di Giuseppe Lacchin grande industriale del territorio, gli eredi di famiglia con un magnifico atto filantropico lo donarono nel 1928 alla Città di Sacile.

Il Palazzo Ragazzoni è interessante sia per l’aspetto architettonico, sia per le storie delle famiglie che porta in dote. Non ci sono al momento certezze riferite agli Ottoboni che potrebbero essere stati comunque una famiglia veneziana.

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Molto di più sappiamo dei Ragazzoni e delle azioni di Iacomo (Giacomo), valente politico al servizio della Serenissima che portò positivamente a termine diverse missioni affidategli dall’amministrazione veneziana. I suoi servizi e l’esborso di una buona somma di denaro, gli permisero nel 1573 di entrare in possesso dell’antico feudo di San Odorico, vedendosi così riconosciuto anche il titolo di Conte di Sant’Odorico dai veneziani. I diversi suoi fratelli occuparono tutti delle posizioni di rilievo nella città lagunare confermando l’importanza della famiglia, che potrebbe diventare il soggetto per un romanzo. Lo stesso Friuli o meglio il Parlamento della Patria del Friuli, qualche anno più tardi, riconobbe a Giacomo e suo fratello Placido il titolo di «nobili castellani».

L’esterno del Palazzo Ragazzoni ricorda gli stilemi veneziani, le finestre sono caratterizzate da paraste ed arco a tutto sesto in pietra, ampie e ben distribuite a volte danno origine a trifore e tetrafore arricchite da balaustre o piccoli terrazzi.

Il cortile vede la facciata interna del palazzo abbellita da statue. Un paio di scalinate sono a servizio del palazzo e poi c’è il fiume Livenza. Via di comunicazione importante sia per i commerci, sia per raggiungere la Serenissima. Le sue acque lambiscono i muri del palazzo e permetteva di arrivare con le imbarcazioni fino alla soglia di una porta che dava direttamente al piano interrato della residenza. Da non perdere la parte interna del palazzo che nelle molte manifestazioni e mostre viene aperta al pubblico. Affascinanti e da non perdere il salone d’onore o degli imperatori come viene ricordato, la sala del ballatoio, la saletta delle bandiere, la cappella gentilizia e le altre stanze raccordate da scale interne. Volutamente non raccontiamo come sono decorate, lo scoprirete da soli e assieme agli affreschi e alle decorazioni, arazzi e quadri, potrete scoprire un’altra parte della storia della famiglia Ragazzoni.

Famiglia che dopo la morte di Iacomo, come ormai abbiamo capito veniva chiamato all’epoca, vide i propri averi dilapidati dal nipote Giacomo (Iacometto), tutt’altra pasta rispetto al nonno. Fu quindi la Repubblica che confiscò i beni della famiglia Ragazzoni nel 1625 e li aggiudicò nel 1638 ad un’altra famiglia della città lagunare i Flangini che subentrarono come proprietari anche nel feudo di San Odorico.

Anche i Flangini erano una famiglia importante, ricchi mercanti, avevano le loro radici tra Grecia e Cipro. Da secoli comunque appartenevano alla nobiltà veneziana e quando acquisirono il feudo di Sant’Odorico con il Palazzo che era stato dei Ragazzoni, nel 1638 vi rimasero fino al 1804.

Non mancarono anche in questa famiglia personaggi di spicco. Ad esempio contribuirono a finanziare la flotta veneziana, nel 1664, con ingenti somme tanto da acquistare l’iscrizione al Libro d’Oro dei nobili veneziani, Lodovico Flangini comandò l’Armata Grossa Veneziana con oltre 60 navi al suo comando, sconfiggendo i Turchi nella battaglia di Corfù del 1717 dove però perse la vita.

Alla fine dell’Ottocento troviamo un cardinale Flangini, che vota al conclave per l’elezione di Papa Pio VII. Diverse sono le situazioni in cui i Flangini trattano possedimenti e concessioni con Federico III Imperatore del Sacro Romano Impero. Oltre alla loro saga, ricordiamo che nel 1668 rinnovarono il Palazzo di Sacile dove nel 1782 fece sosta anche Papa Pio VI in viaggio per incontrare gli Asburgo.

Insomma il Palazzo che già con i Ragazzoni era stato dimora temporanea per i potenti dell’epoca, conferma la sua indiscussa attrazione, non ultimo si fermò a Palazzo anche Napoleone Bonaparte nel 1797 poco prima della firma del trattato di Campoformido.

I Flangini occuparono il Palazzo fino al 1804 di qui in poco tempo, la costruzione con la sua Storia, entrò a far parte dell’Impero Asburgico.

Il Palazzo Ragazzoni diventò suo malgrado testimone e bersaglio di guerra nel 1917 e vide da vicino il bombardamento di Sacile nel 1944.

Oggi restaurato in molte delle sue parti attende di essere visitato e riscoperto durante le tante manifestazioni curate dal Comune di Sacile o dalle Associazioni presenti in Città.