Palazzo Ovvio Gobbi

Il Palazzo Ovio-Gobbi con la sua facciata guarda alla Piazza del Duomo e assieme agli altri palazzi storici, fa da cornice alla chiesa rinascimentale di San Nicolò.

Gli Ovio furono una famiglia veneziana che si trasferì a Sacile fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Un documento nell’archivio parrocchiale testimonia la loro presenza in città nel 1497. All’epoca della caduta di Venezia la famiglia ricopriva importanti posizioni nell’amministrazione cittadina. Tra i vari documenti ve n’è uno che cita Annibale Ovio con mansioni di Cancelliere.

Un’altra famiglia sacilese che abitò nel palazzo fu quella dei Linardelli ed era imparentata con gli Ovio.

Gli Ovio furono, con molta probabilità, dei commercianti che abitarono nel Giardino della Serenissima come molte altre persone di origini lagunari dedite al commercio.

Il Palazzo Ovio-Gobbi fungeva da palazzo e da magazzino ed aveva anche un piccolo orto lungo la riva del Livenza. Venne costruito nei primi decenni del Seicento dagli Ovio su un precedente fabbricato gotico appartenuto alla famiglia nobile romana Puccio.

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Nel palazzo venne ricavato un ampio scantinato, tutt’ora visibile, che serviva come deposito per le merci che arrivavano o che partivano per Venezia. Sul lato Livenza vi era un attracco destinato alle barche che potevano spostare fino a 50 tonnellate di generi alimentari e non solo.

In quell’epoca la via d’acqua del Livenza rappresentava una buona risorsa per raggiungere la Laguna e veniva considerata più sicura delle vie di terra.

I carri con le loro merci entravano dal portone che dava sulla piazza, attraversavano l’androne del palazzo con i quadroni di pietra grezza, uscivano nel cortile che dava sul Livenza dove barche o chiatte erano pronte per il trasbordo delle merci.

Di fianco al cortile, vi era la stalla ed il ripostiglio per le bardature ed il fienile. Queste pertinenze attualmente fungono da archivio parrocchiale. Uno dei muri della ex stalla in origine, serviva da muro di difesa della città ed era collegato tramite altri manufatti con la torre in Pra Castelvecchio. Su questo muro vi è lo stemma, del XV secolo, dell’allora podestà che fece erigere la costruzione di difesa.

La primitiva casa quattrocentesca abitata dagli Ovio non è quella che noi possiamo vedere attualmente, all’epoca disponeva di un ampio scantinato e possedeva un piano rialzato. Il primo ed il secondo piano vennero aggiunti successivamente.

Attualmente non si conoscono né la data né il motivo per il quale il Palazzo Ovio venne venduto alla famiglia Linardelli. Sappiamo però che la proprietà del palazzo dal 1768 risultava essere dei Linardelli. La situazione mutò nuovamente, nel 1833 con l’acquisto dell’edificio da parte di Antonio Gobbi.

Prima della fine del secolo, nel 1898 il parroco pro tempore di Sacile, don Maroelli comprò il Palazzo Ovio-Gobbi.

Secondo le fonti, la famiglia Gobbi dovette vendere l’edificio per questioni di ipoteche o comunque finanziarie che, tempo prima avevano colpito anche la famiglia Ovio.

Il palazzo spicca nella piazza per il suo colore rosso, per la bella facciata con portale di gusto manieristico e il grazioso balcone con trifora coronata da una cimasa in pietra d’Istria.

Al suo interno vi sono pareti decorate, affreschi e stucchi risalenti al XVIII secolo.

Le decorazioni del piano nobile si sono conservate nel salone centrale e in due stanze di minori dimensioni, volte una a nord e l’altra a sud.

Il soffitto del salone presenta un grande affresco in cui lo stemma gentilizio della famiglia Ovio è raffigurato in trionfo accanto alla Giustizia e alla Fama. Le figure sono dipinte secondo moduli di chiara matrice tiepolesca. Su una delle pareti lunghe è rappresentata una figura femminile che reca un pappagallo in mano. Secondo alcuni critici, la figura rappresenterebbe Caterina Cornaro regina di Cipro. L’affresco reca la data MDCCLXVI.

Sulla cornice del soffitto sono dipinti alcuni busti di imperatori romani come: Cesare, Augusto, Vespasiano, Tito e Traiano.

La sala nord ha il soffitto interamente rifatto nel XIX secolo con stucchi di gesso applicati su malta dipinta. Le pareti presentano ancora la decorazione originaria in cui si inseriscono cinque olii su tela attribuibili a Fabio Canal. Raffigurano episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento: “La guarigione del paralitico”, “David con la testa del Golia”, “La fuga in Egitto”, “L’adorazione dei Magi”, “Mosè che fa scaturire l’acqua dalle rocce”.

La sala sud presenta delle decorazioni sul soffitto che risultano però rovinate e non consentono la lettura del motivo ornamentale centrale. Si tratta di un ciclo probabilmente eseguito da maestri provenienti dal territorio veneziano. Anche queste decorazioni riportano una data: il 1766.

Dal salone si può accedere alla sala del Centro Studi Biblici, istituito nel 1977 dopo il terremoto che interessò il Friuli, mentre dal giardino interno si accede alla palazzina a due piani che ospita l’archivio storico parrocchiale.

Dove trovarlo

Palazzo Ovio-Gobbi si trova in Piazza Duomo 5