Figo Moro di Caneva2021-07-30T12:06:09+02:00

Figo Moro di Caneva

Verso la fine di agosto a Caneva viene organizzata una festa nella quale il protagonista è il Figo Moro da Caneva.

Il fico è originario dell’Asia Minore importato dai Fenici durante le varie spedizioni nella zona. Venne citato in un documento del XIV secolo come frutto portato da Caneva a Venezia. Storicamente era un prodotto presente nelle navi veneziane durante le molte spedizioni nel Mediterraneo.

Il fico è un frutto che matura nei mesi di agosto e settembre del quale ci sono diverse varietà ad esempio: il Verdino, il Gentile, il Marinese, il Moro detto anche fico nero o “Longhet” o “Figo della jozza”. Il fico è un prodotto che si è adattato nella zona della pedemontana veneto-friulana, in particolare sul confine tra le province di Treviso e Pordenone ai piedi dell’Altipiano del Cansiglio dove si coltiva il Figo Moro di Caneva.

Il frutto ha una forma a siconio di tonalità che vanno dal verde al nero-violaceo a seconda della maturazione.

Il fico è un albero dal tronco corto e ramoso che può raggiungere altezze di 4-5 metri; la corteccia è liscia e di colore grigio-cenere. I rami, molto contorti, sono ricchi di midollo con gemme terminali acuminate coperte da due squame brunastre.

La maturazione avviene in due momenti diversi a seconda della fioritura: i “Fioroni” nati in marzo sui rametti dell’anno precedente, del peso di circa 45/50 grammi cadauno, più grandi ma meno saporiti, sono raccoglibili verso la 2° o 3° settimana di luglio. Il frutto normale, più piccolo (circa 30/35 grammi) ma più abbondante, nato sui rami dell’anno, con buccia più scura e più gustoso, inizia la maturazione verso fine agosto per 3 o 4 settimane al massimo, a seconda dell’andamento delle piogge o dell’umidità della stagione.

Molto importante, per la conservazione della specie, ormai diventata tradizione, è il momento della messa a dimora delle piante. La tradizione vuole che chi pianta un ramo di fico l’8 marzo potrà raccogliere almeno un frutto prima dell’inverno. Il momento opportuno per l’avvio dell’impianto sono i primi giorni di marzo oppure, se la stagione è stata particolarmente fredda gli ultimi giorni dello stesso mese.

L’impianto a terra va fatto normalmente scavando una fossa di circa 40×40 cm della profondità di 40 cm, sia essa rettangolare o tonda o di qualsiasi forma. In esso va inserita la pianta tolta dal vaso con l’apparato radicale a non più di 2/3 cm sotto il livello normale del terreno.

Durante l’interramento si può mescolare dello stallatico alla terra come riportato dal disegno: 10 cm di letame e 20 di terra. In questo caso le dimensioni della buca saranno maggiorate a 50×50 cm per 60 di profondità. Per agevolarne l’attecchimento, spargere sopra il terreno un po’ stallatico o un concime organico naturale, entrambi in quantità molto moderata e distanti circa 8/10 cm dal fusto.

Premesso che l’orientamento da seguire resta nord-sud, la distanza fra le piante dovrà essere non meno di 5 metri fra le file e 6 metri tra le piante. Meglio sarebbe arrivare direttamente al 6X6 in piano.

La potatura verde delle piante andrebbe eseguita a fine primavera e prevede il taglio di 1/3 dei germogli presenti quando questi abbiano raggiunto la lunghezza di 80/100 cm. L’operazione serve a stimolare la pianta ad emettere rami anticipati. La potatura va ripetuta nel caso i nuovi rami (getti) raggiungono ancora i 60/80 cm.

Un’altra potatura va eseguita per eliminare i rami secchi o per regolare la pianta nei mesi di gennaio e febbraio.

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