Il Gruppo Speleologico Sacile naque il 28 Maggio 1971, con il nome “Centro Italiano Soccorso Grotte della Destra Tagliamento” Il sodalizio derivava da una scissione del “Centro Italiano Soccorso Grotte“, un’associazione che, qualche anno prima, si era fatta conoscere per un singolare esperimento di speleologia subacquea al lago di Cavazzo.

Il nome, un po’ altisonante di allora, ci riporta ad anni diversi, nei quali la speleologia viveva ancora in quella dimensione un po’ eroica dei grandi esploratori del passato… E forse, qualcosa di eroico c’era veramente, se ripensiamo alle attrezzature ed alle tecniche in uso trent’anni fa, che oggi farebbero rabbrividire anche gli speleologi più spericolati!

Per la cronaca l’associazione, già da tutti conosciuta come Gruppo Speleologico Sacile, assunse formalmente questo nome nell’anno 1978.

Il Gruppo iniziò dunque la sua attività nel 1971, con la sua dotazione di scalette auto-costruite con corda d’acciaio da sei millimetri, moschettoni da pompiere, alcune corde da alpinismo e l’immancabile paranco a manovella.

Negli anni 1973 e 1974, con l’aumento del numero dei soci, il Gruppo cominciò ad interessarsi anche di altre zone della provincia, la Val Cellina e la Val d’Arzino, nelle quali venne effettuata una notevole e proficua attività esplorativa, con scoperta e rilievo di numerose nuove cavità .

Nel 1974 ad Anduins di Vito d’Asio, un gruppo di giovani del luogo che collaborava costantemente con noi, costituì una sezione del Gruppo Speleologico Sacile, che operò attivamente fino al 1976, quando il terremoto distrusse il paese.

Nel 1975 il Gruppo riuscì ad ottenere i primi contributi regionali, in base alla legge regionale sulla speleologia e si poté’ così acquistare qualche nuova e più sicura attrezzatura.

  • Sacile-microturismodellevenezie.it
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Negli anni 1974/1975 cominciarono a diffondersi in Italia le nuove tecniche di progressione in sola corda anziché con le ingombranti scalette- tecniche che costituirono la grande rivoluzione della speleologia esplorativa. Spedizioni che prima richiedevano decine di persone, ora potevano essere effettuate da pochi speleologi.

Il nostro Gruppo fu tra i primi a recepire la potenzialità di queste tecniche, ed iniziò così un periodo particolarmente proficuo per l’attività esplorativa.

Tra le imprese più impegnative, ricordiamo, negli anni 1982/1983, l’esplorazione della “Spluga della Preta“, un inghiottitoio in provincia di Verona, dove alcuni nostri soci, assieme a speleologi del gruppo di Verona, stabilirono il record italiano di profondità, giungendo a oltre 900 metri di profondità.

Nel 1985 un gruppo di nostri soci, assieme a componenti del Gruppo Speleologico di Vittorio Veneto e di altri gruppi, si dedicò all’esplorazione della grotta “Su Spiria” in Sardegna, un’immensa cavità nella quale vennero scoperti e rilevati vari chilometri di gallerie di grandiose proporzioni.

Sempre tra le grandi imprese esplorative, nella storia del nostro gruppo, annoveriamo le esplorazioni alla famosa cavità “Landri Scur” ubicata sul monte Pradut, presso Claut e già nota nel secolo scorso, nella quale gli speleologi di Sacile, assieme a quelli di Pordenone, forzando una frana, trovarono impensabili sviluppi. Le esplorazioni ed i rilievi, possibili solo in alcuni mesi dell’anno a causa di un sifone temporaneo, durarono alcuni anni. Fu necessario allestire un campo base interno e si giunse alla scoperta di oltre 3.000 metri di gallerie e di molti camini, taluni esplorati in artificiale per oltre 100 metri. Attualmente la grotta ha uno sviluppo di 4322 metri.

Come accennato, i lavori in questa cavità vennero effettuati assieme ai soci del gruppo di Pordenone e ciò ha dato l’occasione per ricordare i rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’associazione e gli altri gruppi speleologici della provincia, l’Unione Speleologica Pordenonese e il Gruppo Speleologico Pradis, con i quali spesso abbiamo unito le forze per le iniziative più impegnative.

In collaborazione con il Gruppo Speleologico di Pordenone negli anni 1986/1987 vennero effettuate numerose “battute di zona” sul Montelonga dove si giunse alla scoperta di alcune interessanti cavità, tra cui l’Abisso Vazzoler profondo oltre 200 metri.

Nel 1989, sul monte Cornetto, in una zona speleologicamente quasi sconosciuta e di difficile accesso, veniva scoperto l’Antro Tienamen, una grande risorgiva con 250 metri di sviluppo e 88 metri di dislivello, così battezzato per la concomitanza con i noti avvenimenti.

Fuori provincia, sul Monte Canin, alcuni nostri soci, assieme a soci del Gruppo Speleologico Forum Julii di Cividale, scoprirono nel 1997 le nuove cavità “Dobra picka” e “P2” due profondi abissi facenti parte del complesso carsico del “Foran del mus”, un assieme di abissi che supera i mille metri di profondità  e che costituisce il più profondo complesso carsico della regione ed uno dei più profondi d’Italia.

L’ultima rilevante spedizione, in ordine di tempo, è stata effettuata la scorsa estate in località Valsughet, in Piancavallo, con obiettivo la cavità Fessura della Tosca, da noi scoperta alcuni anni fa. Con l’utilizzo di un elicottero, per il trasporto dei materiali e delle attrezzature, tra cui un compressore ad aria, è stato allestito un “campo operativo” e, in una settimana di lavori a turni, si è riusciti a disostruire un passaggio interno e raggiungere il fondo della cavità che, con i suoi 225 metri è la più profonda del Piancavallo.

Il Gruppo ha effettuato anche una qualificante attività speleosubacquea: citiamo l’esplorazione dei rami sommersi, alla grotta Ciasa de lis Aganis, a Vito d’Asio, alla Risorgiva dell’acqua negra, a Pielungo. Ma non voglio dimenticare i lavori del nuovo e più preciso rilievo effettuati nel 1991, in collaborazione con il Centro Pordenonese Sommozzatori, alla Risorgiva del Gorgazzo di Polcenigo.

Infine ricordiamo le spedizioni speleologiche all’estero, che hanno visto nostri soci come organizzatori o come partecipanti assieme a soci di altri Gruppi italiani e francesi: una spedizione in Brasile, tre spedizioni in Vietnam del Nord, due, di cui l’ultima nel Gennaio di quest’anno, in Laos. Durante una delle spedizioni in Vietnam del Nord si giunse alla scoperta della cavità “My be tomorrow”, la piu’ profonda del Sud-Est asiatico, con 528 metri di profondità.

Per coloro che volessero rimanere aggiornati sulle attività dell’associazione segnaliamo: www.speleosacile.it