La storia

Alcune fonti sostengono che vi fosse nella zona di Serravalle un insediamento pre-romano che nel corso del tempo venne ampliato. Più avanti nei secoli, la storia di Serravalle si interseca con quella di Ceneda, che era emanazione di Opitergium, l’attuale Oderzo. Ceneda che in Serravalle aveva il suo punto di difesa a nord per contrastare l’arrivo di guerrieri, provenienti dal Norico e dalla Stiria, acquisì maggiore importanza una volta che la città opitergina cadde in rovina.

Secondo informazioni frammentarie o leggende, Alarico re dei visigoti, durante le sue campagne di conquista della penisola, dispose che Serravalle, punto militare strategico venisse retto da un suo comandante, tale Madrucco o Mandrucco. Questo guerriero, seguace di Alarico risulta essere il padre della futura Santa Augusta, martirizzata proprio dal padre perché diventata cristiana. La Santa a cui è dedicato un santuario in corrispondenza di una antica rocca a Vittorio Veneto è venerata con affetto dai Vittoriesi e non solo.

In epoca post-romana i Longobardi si impossessarono di parte della penisola e quindi anche del territorio di Serravalle tra il VI e l’VIII secolo.

Poco prima dell’anno 1000, a Ceneda, venne costituita una base storica che originerà il Castello di San Martino, dimora vescovile.

Le prime informazioni scritte su Serravalle risalgono al 1155 quando Gabriele II Da Camino, figlio di Guecellone II sposò la contessa Sofia di Colfosco.

Nel 1170 Sofia di Colfosco donò, all’abate del Monastero di Santa Maria a Follina, la chiesa di Santa Margherita. La struttura si trovava al centro del Castrum di Serravalle.

Nel 1175 Sofia Colfosco morì e lasciò i suoi territori al vescovo di Ceneda. Quest’ultima entrerà a far parte dei domini dei da Camino previo arbitrato a Venezia tra i Vescovi di Belluno e Ceneda. Quest’ultimo protestò per la decisione avversa ma nulla poté fare per ribaltare la sorte.

Nel 1226 Gabriele III da Camino fece riedificare, lungo il fiume Meschio, la chiesa di Santa Giustina che per due anni venne affidata ai cistercensi e poi al monastero di San Benedetto da Padova. Intorno a questo edificio religioso si costituì un agglomerato urbano che con il passare del tempo si ampliò.

Nel 1247 Ezzelino da Romano assediò il castrum di Serravalle ma non riuscì ad entrare in città e, quindi, dovette ritirarsi dall’impresa. Vale la pena di ricordare che la famiglia Da Romano era ghibellina quindi filo-imperiale mentre i Da Camino erano guelfi quindi filo-papali.

Nei primi anni del XIV la famiglia Da Camino si indebolì per la prepotenza che alcuni membri della dinastia metteva in atto nei confronti dei propri cittadini. Questi ultimi a Treviso si ribellarono ed allora cacciarono dalla città Rizzardo III da Camino e suo figlio Guecellone si rifugiò a Serravalle.

Dal 1290 a Serravalle si potevano trovare sia una scuola pubblica con professori stipendiati dal Consiglio cittadino sia ospedali. Attraverso alcune fonti è stata attestata la presenza di un ospedale di fronte all’attuale convento di San Giovanni, fin dal 1376.

Nel 1324 a seguito della rottura del matrimonio fra Rizzardo Da Camino e Verde della Scala, figlia di Rizzardo i Veronesi assediarono Serravalle e dopo poco la conquistarono. Le famiglie, poco dopo si ripacificarono. Uno dei capostipiti, Rizzardo morì nel 1335 e venne sepolto nella chiesa di Santa Giustina dove si trova tuttora.

Nel 1337 i Veneziani conquistarono Serravalle sfruttando il vuoto di potere che si era venuto a creare nella zona di Treviso.

Il primo podestà veneziano che si insediò a Serravalle fu Piero da Canal, il quale amministrava la città sia per quanto riguarda il potere legislativo che civile. Il podestà era aiutato da otto consiglieri, eletti fra le famiglie che contavano che formavano il Minor Consiglio. I membri, detti Savi o Boni Viri, occupavano questo incarico per massimo due mesi poi lo cedevano ad altri componenti.
Il Maggior Consiglio, invece, era formato da trenta membri, poi portato a trentacinque visto l’aumento demografico avvenuto nel corso del 1600 e ne facevano parte le persone più influenti della città.

Nel 1339 l’esercito venne rinforzato aumentando i soldati presenti per difendere Serravalle da possibili attacchi nemici.

Nel 1356-1357 il castello di Serravalle venne accerchiato dagli Ungari che tentarono di conquistarla ma inutilmente.

Nel 1379 provò Leopoldo d’Austria ad occuparla ma, l’esito fu identico a quello degli Ungari. Vi è un detto da allora che recita: “In ogni tempo a Serravalle sono stati prodotti uomini di singolare virtù d’armi.”

Nel 1380 la Repubblica di Venezia, vista la situazione precaria di Serravalle, decide di cedere Serravalle a Leopoldo d’Austria. Ai Bellunesi, il presidio fortificato costava circa cinquecento fanti ed un costo di duecento lire al giorno.

Fra il 1381 ed il 1388 furono i Carraresi, Signori di Carrara a dominare la città.

Nel 1388 i Veneziani alleati dei Visconti (Milano) affrontarono i Carraresi e riportarono Serravalle sotto la Repubblica.

Nel 1400, lungo il fiume Meschio, si installarono tutta una serie di attività artigianali come ad esempio: falegnamerie, gli spaderi, magli, chioderie, ecc.

Gli edifici costruiti durante il 1400 ricalcavano gli schemi di quelli trevigiani cioè semplici edifici con scala centrale e facciate decorate con pitture murali a fresco oppure costruzioni verticali. Alla fine del XV secolo la struttura urbana aveva acquisito il suo aspetto definitivo. Nei secoli successivi vi furono accorpamenti di edifici o ristrutturazioni edilizie, mutarono l’architettura dei palazzi ma non quella in generale di Serravalle.

Nel 1411 gli Ungari riuscirono a saccheggiare Serravalle facendo breccia su un punto delle mura.

Nel 1418 le mura erano piene di crepe, rotture ecc. ma per fortuna, i successivi trent’anni furono di pace e di tranquillità e così poterono ripartire i commerci, l’artigianato e le industrie.

Dal 1420 il Consiglio cittadino diede l’autorizzazione, ad un gruppo di Ebrei, a prestare denaro. Gli Ebrei si insediarono a Serravalle qualche anno prima, sul finire del Trecento.

Il periodo tra il 1450 e il 1550 venne definito, dagli storici, “il secolo d’oro” di Serravalle perché in quel periodo il centro riuscì a raggiungere il massimo sfarzo ed importanza.

Visto il periodo di pace, Serravalle completò le strutture civile e sociali, grazie agli introiti derivanti dai commerci tra Venezia e l’Impero Austro-Ungarico.

Nel 1499 Serravalle riuscì a resistere agli attacchi dei Turchi che avevano saccheggiato i comuni della zona come i Cordignano, Colle Umberto, San Giacomo.

Nel 1509 Papa Giulio II promosse la Lega di Cambrai (l’Austria, l’Ungheria, lo Stato della Chiesa, i Savoia, i Gonzaga, gli Este, la Francia, la Spagna) contro la Repubblica di Venezia. I Serravallesi si divisero fra quelli pro Venezia e quelli contro Venezia.

I Serravallesi accettarono di farsi occupare dalla Lega ma, successivamente, il Conte Brandolini offrì i propri servigi alla Repubblica. Così facendo l’importanza di Serravalle venne meno con il passare del tempo visto che il grosso delle forze armate venne spostato a nord verso il confine con l’Impero Austro-Ungarico e verso ovest in Friuli.

Nel 1514 e nel 1521 Serravalle venne danneggiata dalle alluvioni del fiume Meschio.

In tutto il Cinquecento vennero realizzate piazze, ponti, chiese, campanili nell’ottica di migliorare la vivibilità della città e per darle maggiore splendore visto anche il legame che i cittadini avevano con Venezia.

Nel 1602 il Consiglio emanò un’ordinanza che vietava l’ostentazione in pubblico della ricchezza. All’inizio del ‘600 il tenore di Serravalle aveva raggiunto dei livelli estremamente elevati.

Nel 1630 la zona venne invasa dalla peste bubbonica, giunta dalla Lombardia, ma per fortuna Serravalle venne risparmiata.

Nel 1700 Serravalle seguì il lento declino economico e politico di Venezia logorata dalle lunghe guerre contro i Turchi.

Nel 1797 Venezia e quindi anche Serravalle vennero cedute all’Austria-Ungheria dopo il trattato di Campoformido firmato da Napoleone.

L’Ottocento fu un secolo di grandi cambiamenti politici, sociali ed economici. Durante la fine del Settecento, la Repubblica di Venezia dovette sottostare alle decisioni in ambito fiscale che volevano i Francesi e quindi dovette riformare il suo modo di pensare ed agire. Ad esempio, nel 1767 dovette sopprimere molti monasteri di Venezia e della terra ferma.

Nel 1807 l’ospedale di Serravalle passò sotto la direzione del Consiglio Comunale.

Nel 1815 il convento di Santa Giustina diventò una caserma per l’esercito austriaco.

Dopo la cessione del Veneto all’Austria-Ungheria e il ritorno dei Francesi dal marzo del 1814 Serravalle entrò nel sistema organizzativo del Lombardo-Veneto, basata sui punti di potere di Venezia e Milano.

Sotto gli Austriaci vennero potenziate strade, come quella che collegava Serravalle a Belluno, ma anche si cominciò la costruzione della ferrovia.

Durante tutto il XIX secolo fecero la loro comparsa anche i lanifici, i setifici, le cartiere e le filande.

Serravalle partecipò attivamente ai moti rivoluzionari del 1848. Infatti, Milano insorse dal 18 al 23 marzo ed il 23 marzo Venezia dichiarò decaduto il governo austriaco il contingente militare a quel punto si era spostato da Serravalle a Conegliano e Sacile. Il 2 maggio gli Austriaci rientrarono a Serravalle e la rioccuparono.

Verso la fine del 1850 a Treviso venne fondato un comitato mazziniano il quale era ben radicato sul territorio grazie ai sub-comitati presenti su tutta la zona. Molto probabilmente ve ne era uno o a Ceneda o Serravalle.

Il 19 luglio 1866 i primi contingenti del Regno d’Italia entrarono a Serravalle per liberarla dagli Austriaci i quali erano stati richiamati a fine giugno a Vienna a seguito della sconfitta di Sadowa (terza guerra d’indipendenza).

Il 4 agosto 1866 i podestà di Serravalle e Ceneda chiesero al governo di poter unire le due città dando origine alla nuova cittadina di Vittorio, in onore del re Vittorio Emanuele II Re d’Italia.

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