Battaglia di Vittorio Veneto

Nella Prima Guerra Mondiale l’ultimo scontro armato che vide di fronte l’Italia e l’esercito austro-ungarico avvenne tra il 24 ottobre e il 3 novembre 1918 in quella che passò alla Storia come Battaglia di Vittorio Veneto. Di fatto un anno dopo Caporetto e dopo pochi mesi la grande battaglia del Solstizio lanciata dall’esercito degli imperi centrali per superare la linea del Piave.

Date le ingenti perdite umane subite dall’esercito, tra l’autunno del 1917 e quello del 1918 per aumentare il numero dei soldati, venne abbassata sia l’età per la leva militare sia la statura minima dei maschi. In questo modo furono chiamati a leva i ragazzi nati nel 1899 all’epoca poco più che adolescenti.

La storia

L’offensiva finale, conosciuta come Battaglia di Vittorio Veneto, si combatté inizialmente tra le sponde del Piave, riconosciuto in seguito “fiume sacro alla patria” e avrebbe dovuto iniziare il 16 ottobre, ma la piena del Piave ne ritardò l’avvio.

Il Comando italiano intendeva attaccare sulla linea che univa due corpi di armata austro-ungarici il 5° e il 6° così da separarli e renderli vulnerabili.

L’aviazione avrebbe assicurato una copertura adeguata dal cielo durante l’intera Battaglia di Vittorio Veneto. La segretezza era un’altra delle condizioni indispensabili per la riuscita della Battaglia di Vittorio Veneto per cui erano da evitare possibili diserzioni.

Fu così che dal 24 al 27 ottobre la 4a Armata attaccò sul Monte Grappa per impegnare le truppe nemiche, era iniziata la Battaglia di Vittorio Veneto. Sul Piave la notte tra il 26 e il 27 ottobre la 8a la 10a e la 12a Armata iniziarono la loro offensiva superando il fiume in una battaglia cruenta. La 10a Armata era costituita da due divisioni italiane e due inglesi, mentre la 12a da una divisione francese e tre italiane. La 3a Armata ebbe il compito di appoggiare l’offensiva e di impiegare le forze nemiche operanti sul basso Piave, mentre la 9a Armata con cavalleria costituì nella zona di Castelfranco una preziosa riserva.

Il 28 ottobre tutte e tre le Armate occuparono saldamente la riva sinistra del Piave, mentre le punte offensive si dirigevano sugli obiettivi previsti. Il 30 ottobre le truppe liberatrici dell’8a Armata entrarono in Vittorio Veneto, la 12a Armata superò la stretta di Quero verso Feltre; la 10a varcò il Monticano in direzione di Sacile spezzando definitivamente in due tronconi l’esercito austro-ungarico e determinandone l’irreparabile collasso.

Il 30 ottobre il generale austriaco Weber su mandato del Governo austro-ungarico si presentò al Comando Supremo italiano per trattare inizialmente una tregua d’armi e solo successivamente la resa. La sera del 3 novembre fu concluso l’armistizio di Villa Giusti e alle ore 15,00 del 4 novembre 1918 vennero sospese le ostilità su tutto il fronte italiano. In questo modo era finita la Battaglia di Vittorio Veneto e la Prima Guerra Mondiale.

La città di Vittorio tale era il suo nome dal 1866 al 1923 venne insignita della Croce al Merito di Guerra il 29 ottobre del 1919.

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