La filanda Marcato fu costruita intorno al 1870 nel territorio dell’attuale Crocetta del Montello. In quegli anni in realtà la zona faceva parte del comune di Cornuda, e in seguito alla separazione di due frazioni si formò il comune di Crocetta Trevigiana ribattezzata dopo la prima guerra mondiale Crocetta del Montello.

Il Canapificio Veneto Antonini e Ceresa

La situazione economico sociale della zona in quell’epoca era difficile, la popolazione era accomunata da tanta carestia e miseria.

Il territorio è ed era attraversato da un canale artificiale conosciuto con il nome di Brentella. Il canale serviva per fornire energia alle realtà produttive che nella forza dell’acqua trovavano la soluzione per muovere i vari macchinari. L’ente che gestiva il canale però non concedeva, da diverso tempo, nuove concessioni di sfruttamento quindi era necessario subentrare ad un’impresa che possedesse una licenza.

Il mulino-sega dei Conti Guidolin era in crisi da molto tempo. Allora, Andrea Antonini, uno dei soci di quello che diventerà il Canapificio, offrì alla famiglia Guidolin £ 29.000 (più di € 110.000,00), una cifra superiore al valore dell’immobile per subentrarne nella proprietà ed assicurarsi così la concessione per utilizzare l’acqua della Brentella.

Il 22 ottobre 1881 il notaio Giovan Battista Dall’Armi ricevette il mandato di stipulare il contratto di vendita del mulino-sega fra la famiglia Guidolin ed gli Antonini.

Per la vendita della struttura erano indispensabili due condizioni:

  • l’autorizzazione del tribunale per la vendita della struttura
  • la concessione da parte del Consorzio Brentella allo sfruttamento dell’acqua del canale.

Se per la prima opzione non vi erano grosse problematiche, la seconda fu molto più impegnativa e laboriosa da ottenere. Infatti, venne indetta un’assemblea straordinaria dal Consorzio perché sarebbero stati necessari degli allargamenti del canale e il parere favorevole delle altre imprese che sfruttavano l’acqua del canale. L’assemblea comunque concesse il nulla osta all’operazione.

L’8 maggio 1882 vi fu la posa della prima pietra alla presenza del parroco di Nogarè don Luigi Rostirolla che benedì questa nuova attività.

Il 26 maggio 1882 venne stipulato il contratto sociale fra i soci del Canapificio: Antonio Antonini, Andrea Antonini, Angelo Zorzetto, Giacomo Cerasa e Pacifico Ceresa. Tutti erano patrizi veneziani ad eccezione di Andrea Antonini che era originario della zona. Il Capitale Sociale era costituito da £ 3.750.000 (€ 17.220.000) ed ogni socio versò £ 750.000 (circa € 340.000).

L’11 maggio 1883 il Canapificio Veneto Antonini e Ceresa cominciò a funzionare ed Antonini invitò gli amministratori di Cornuda a visitare la fabbrica in occasione dell’introduzione della corrente elettrica nell’infrastruttura.

Il Canapificio Veneto Antonini e Ceresa venne inaugurato ufficialmente nel maggio del 1884; nell’azienda in quell’anno, lavoravano 750 operai provenienti da 44 paesi diversi.

Nel corso dei primi anni del XX secolo gli operai aumentarono sempre più raggiungendo il significativo numero di circa 3.000 unità nel corso del 1908. In quell’anno venne festeggiato il XXV anno dalla fondazione del Canapificio Veneto.

Nel luglio del 1913 la situazione peggiorò significativamente, alcuni operai cominciarono a protestare per le condizioni massacranti di lavoro, per la poca paga e per altri fattori che avevano stremato la manodopera che lavorava al Canapificio. Vennero indetti 20 giorni di sciopero e intervennero, in quell’occasione, politici, notabili del paese, la Camera del Lavoro ed altri soggetti illustri. Le giornate di malcontento si conclusero con un aumento del salario ed una revisione dell’orario di lavoro.

Poco dopo, venne proclamata guerra dall’Italia agli Imperi Centrali ed alla fine anche Crocetta del Montello ed il Canapificio vennero colpiti dalla Grande Guerra. Fu un periodo difficile per la zona che a seguito della ritirata da Caporetto divenne fronte di guerra.

Negli anni a seguire dopo un momento di ripresa, la situazione cominciò a farsi sempre più difficile fino alla comparsa delle prime fibre tessili sintetiche che rimpiazzarono la canapa rendendo di fatto obsoleta tutta la tecnologia del Canapificio. La crisi colpì l’intero settore e nel 1968 venne decisa la chiusura del Canapificio che fu incorporato nel Linificio Nazionale di Milano.

Negli anni più recenti, all’interno di alcuni edifici del complesso del canapificio si sono installate alcune aziende. rilevante la presenza della Tipoteca Italiana con il suo “Museo del Carattere e della Tipografia”, di rilevanza mondiale per la conservazione e lo studio della tipografia.

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