Nogarè è parte del territorio comunale di Crocetta del Montello e si trova nella parte meridionale del Comune.
Non è chiara l’etimologia del nome del paese che venne chiamato in questo modo, riferendosi probabilmente alle nogare o noghere, cioè alle piante del noce. Nel passato questo era un territorio dove il noce occupava spazi considerevoli e rappresentava una coltivazione predominante.
Geograficamente il territorio della frazione risulta essere vasto e pianeggiante, quindi anche adatto alla coltivazione di questa pianta. Il confine fra l’allora Crocetta e Nogarè era rappresentato dai torrenti Rù Bianco e Nasson.
Storia di Nogarè
Per quanto riguarda la Storia di Nogarè non si hanno notizie certe riferite al I° millennio d.C. Sappiamo che il paese venne inglobato nell’Impero Romano, come testimoniato dal ritrovamento di alcuni reperti nella zona. Si presuppone che Nogarè fosse una stazione militare romana, perché vicina alle principali vie di comunicazioni quali: la strada romana Claudia Augusta Altinate, alla via Antighe che collegava Nogarè a Cornuda ed al corso del Cordevole che all’epoca era navigabile.
Una leggenda narra che nell’ottobre 1174 si fermò in paese un convoglio che trasportava verso Feltre i corpi dei Martiri Vittore e Corona.
Dell’epoca medievale non ci sono testimonianze che riguardino il territorio di Nogarè, vuoi per le continue scorribande dei popoli che avevano occupato il territorio, vuoi per la mancanza di fonti attendibili.
Nelle zone limitrofe come Asolo, Cornuda, Montebelluna, si svilupparono castelli ed insediamenti già in epoca alto medievale. La prima data certa che riguarda Nogarè, fa riferimento al 3 maggio 1152, quando una bolla papale di Eugenio III riconobbe vari benefici a Treviso. Da questo periodo la storia di Nogarè coincise con quella di Cornuda, visto e considerato che la frazione dipendeva sia religiosamente sia militarmente da Cornuda.
Molto difficile da superare, per gli abitanti di Nogarè, fu il XIII secolo. Le cause sono da ricercare nelle continue tribolazioni causate dalle scorrerie, le violenze e le devastazioni generate dalle tensioni tra i signori del castello di Montebelluna e quelli del castello di Cornuda, legati alle contese tra Treviso con i suoi seguaci e i suoi avversari.
All’inizio di quel secolo, i Da Romano riuscirono a prevalere nei confronti del Vescovo di Treviso e misero sotto la loro giurisdizione Nogarè. La situazione non venne mantenuta per molto tempo perché si aggiunsero alla controversia i Carraresi, Signori di Padova.
Nel 1233 i soldati comandati da Tiso da Camposampiero, comandante al soldo dei Da Romano, fecero razzie e devastazioni a Nogarè e nel territorio limitrofo.
Nel 1243 arrivarono i soldati di Marco Soldo o Marcio Schio insieme ai Da Romano. I Da Romano verranno successivamente sconfitti dai Da Camino.
Nel 1317 agli scontri si aggiunsero anche i Veronesi di Cangrande Delle Scala, potente famiglia in ascesa sullo scacchiere del potere che riuscirono ad espugnare il castello di Cornuda. Per festeggiare venne saccheggiata nuovamente la zona ed anche Nogarè ne fece le spese.
Nel 1320 Serravalle Da Camino e Antonio Da Camino, Signore di Montebelluna, ordinarono a tutti i Merighi dei paesi compresi tra i paesi di Cornuda e Trevignano, di prestare opere per l’escavazione di un canale per convogliare l’acqua dalle colline di Cornuda fino al castello di Trevignano. Questo canale, che passava anche per Nogarè, fu una risorsa molto importante fino all’epoca in cui verrà costruito il canale artificiale Brentella.
Nel 1330, pur mancando notizie riferite alla biografia dei parroci ed alla loro permanenza in paese, dovrebbe essere stata costituita la parrocchia di Nogarè.
Nel 1338 Venezia espanse la propria influenza e il proprio potere in terraferma. Nogarè entrò ufficialmente a far parte del territorio della Serenissima a partire dal 1339. La questione vide l’intercessione del podestà asolano Filippo Dolfin che cedendo Nogarè ed altre terre al Doge di Venezia.
Ci sono fonti che riferiscono che la chiesa parrocchiale venne ricostruita nel 1344, probabilmente in seguito ad un terremoto avvenuto nel 1333.
Nel 1335 gli abitanti di Nogarè censiti furono 240, attualmente sono circa 4.000.
Il 25 gennaio 1348 Nogarè venne interessata da un nuovo terremoto che sconvolse il paese e la zona limitrofa e che secondo leggenda durò circa mezz’ora.
Secondo alcuni studi, il campanile della chiesa parrocchiale di Nogarè, venne ammodernato durante gli ultimi anni del Trecento, la sua costruzione precedente andrebbe ricercata in epoca romana.
Il primo documento riferito alla chiesa risale al 1429. Oggetto del manoscritto sono i beni della chiesa di Nogarè. Nel medesimo scritto si apprende che la chiesa dipendeva all’epoca da quella di Cornuda.
Sul finire del Quattrocento, quando venne scoperta l’America, nulla cambiò in quel di Nogarè. Le notizie dell’epoca ci riferiscono in quegli anni le visite dei Vescovi nel territorio.
La dominazione veneziana consentì anche un periodo di stabilità, che venne però interrotto nel 1509 dopo la costituzione della Lega di Cambrai. Nogarè vide per questo il passaggio delle truppe francesi e tedesche del comandante La Palisse, nemico della Serenissima e dei suoi interessi.
Tra le notizie di cronaca che interessarono il paese, a metà del Cinquecento fece scalpore l’atteggiamento del parroco Giulio Roberti perché prese i voti del sacerdozio, ma successivamente decise di accompagnarsi con una signora di 35 anni e costituì con questa una famiglia. A Nogarè questo fatto creò scompiglio e scalpore, per cui il Vescovo in prima persona, dovette correre ai ripari rassicurando i propri fedeli. Erano gli anni del Protestantesimo di Martin Lutero che in quell’epoca, si diffuse in tutta Europa.
Sul finire nel Cinquecento ed inizio del Seicento si stabilirono a Nogarè due famiglie nobiliari veneziane: i Castagna ed i Sandi.
I Castagna ebbero sia incarichi amministrativi nella Repubblica di Venezia sia a Roma, potendo annoverare nella loro famiglia anche un Papa: Urbano VII. Fu pontefice solo per una decina di giorni, dal 15 settembre al 27 settembre 1590, in precedenza era comunque stato una persona dotata di ampi poteri in sede ecclesiastica. I Castagna acquistarono diverse terre a Nogarè.
I Sandi invece, comprarono terreni in paese per erigere la loro dimora estiva, come era consueta fare la nobiltà veneziana dell’epoca.
Nel corso del Seicento, le avversità climatiche colpirono il territorio ed anche Nogarè. Si susseguirono ripetuti episodi di siccità, tempeste, ma anche malattie. Il cibo per la popolazione diminuì fino a diventare insufficiente. Il popolo cominciò a pensare agli effetti di una scomunica papale. In realtà la questione fu un’altra: la Repubblica di Venezia in quegli anni, fu l’unico Stato italiano che si mantenne autonomo dallo Stato della Chiesa e dalla Spagna, sua alleata d’armi. Nel 1605 Papa Paolo V considerava ogni autonomia un atto contrario alla Chiesa ed alla religione. Alla prima occasione la situazione politica degenerò. Tutto accadde quando vennero incarcerati due ecclesiastici perché, secondo Venezia, infransero il Codice Penale. Il Papa chiese che i due accusati venissero consegnati alla sua giurisdizione. La Repubblica rifiutò quanto richiesto dalla chiesa. L’allora Doge Leonardo Donà venne scomunicato dal Papa. La situazione peggiorò ancora, fino a quando le parti trovarono un accordo. Il rischio infatti era rappresentato dalla possibilità che Venezia potesse abbracciare il protestantesimo di Lutero, creando enormi difficoltà allo stato pontificio.
Nel 1695 un’altra scossa di terremoto creò disagi tra la popolazione, facendo tornare in mente quello che accadde nel 1631. In questo caso il sisma creò solo danni agli edifici e nessuna vittima.
Nel corso del Seicento e del Settecento, stando ai documenti disponibili, la vita degli abitanti di Nogarè era cadenzata dalle vicende ecclesiastiche, in special modo il susseguirsi di prelati in chiesa.
Nel 1776 venne consacrata la chiesa di Nogarè.
Nel frattempo in Europa iniziò il periodo napoleonico, ma secondo gli storici, Nogarè venne interessata solo marginalmente, tanto dalle notizie quanto dagli avvenimenti importanti di quell’epoca. Eppure la popolazione nogarese dovette subire, tanto l’alternarsi della presenza degli eserciti austriaci, francesi e nuovamente austriaci, quanto la riduzione delle scorte alimentari a causa delle confische e dei soprusi. Il popolo era concentrato principalmente a cercare di procurarsi del cibo ed a soddisfare i propri bisogni primari, non era interessata a quello che accadeva nel mondo.
Per ricordare un fatto, la popolazione locale doveva essere coinvolta direttamente e non passivamente nelle vicende storiche.
In proposito il 20 aprile 1816, giunse da Cornuda un messaggio indirizzato al parroco di Nogarè che lo informò che sarebbe transitato l’Imperatore Francesco I d’Asburgo in paese perché diretto a Feltre. Fu un’occasione per gli abitanti di Nogarè di vedere l’imperatore e di conoscerlo. In quella giornata c’erano tutti: donne, uomini, bambini ed il parroco, vero artefice della situazione che voleva sfruttare l’occasione per acquisire prestigio nei confronti dei suoi parrocchiani. Qualcosa andò storto: la carrozza con l’Imperatore passò talmente veloce che il popolo non vide nulla ed il parroco non ebbe neanche il tempo materiale di benedire il corteo. Rimasero tutti interdetti. La situazione creò in paese umorismo e scherno durante le giornate successive.
Nel 1817 cominciarono i lavori per la realizzazione di via Erizzo. Questa fu un’occasione per molti abitanti di Nogarè per trovare un lavoro e un reddito. Nel 1820, a seguito dei lavori di via Erizzo, venne emesso un bando per la costruzione di un ponte di pietra, che oggi viene denominato Ponte dei Romani. Il costo di questa infrastruttura si aggirò in £ 500.
Nel 1834 in paese venne realizzato il primo orologio per campanile ad opera dell’artigiano locale Pier Antonio Pizzolotto.
Nel 1848 perversarono in tutta Italia i Moti Rivoluzionari che coinvolsero gran parte delle città italiane. Anche Nogarè partecipò ai fatti di sangue. Tra il 9 ed il 10 maggio 1848. Un manipolo di volontari tenne fronte alle soldatesche croate del Conte Laval Nugent von Westmeath al soldo delle truppe austriache. I giovani del luogo vennero esortati ad entrare nell’esercito italiano ed alcuni di questi si arruolarono.
Di lì a pochi giorni si sarebbe combattuta la Battaglia di Cornuda che coinvolse anche la popolazione di Nogarè, Crocetta e delle località vicine.
Nel 1853 la zona vene interessata da una epidemia di colera che generò diverse vittime.
Nogarè non venne coinvolta direttamente nella Seconda Guerra d’Indipendenza, venne invece coinvolta nella spedizione dei Mille di Garibaldi perché da Nogarè parti volontario Lodovico Boschieri, studente e figlio del primo Sindaco di Crocetta Trevigiana.
Nel 1866 Il Veneto entrò a far parte del Regno d’Italia.
Nel 1870 nacque la filanda Marcato.
Nel 1882 sorse il Canapificio Veneto Antonini-Ceresa-Zorzetto.
Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento diverse furono le migliorie portate a Nogarè ed a Crocetta del Montello come ad esempio: la ferrovia e la costruzione di una stazione lungo l’asse ferroviario per Montebelluna, l’asilo parrocchiale, ecc.
Nel 1907 iniziò una causa fra il Comune di Crocetta Trevigiana e la parrocchia di Nogarè che contribuì ad esasperare gli animi della comunità. L’amministrazione comunale aveva deciso di demolire il muro di cinta attorno al sagrato della chiesa e la fabbriceria della parrocchia si era opposta. Si fecero tutti i gradi di giudizio fino alla Cassazione.
Nel 1912 dopo le nuove elezioni, vista la situazione insopportabile che si era venuta a creare, il Comune concesse un contributo per il restauro della chiesa e la situazione venne sanata definitivamente.
Dopo l’entrata in guerra dell’Italia contro gli imperi centrali, gli abitanti di Nogarè e non solo, dovettero sopportare gli eventi della Grande Guerra che dal 1917 fino alla fine della guerra, li vide coinvolti direttamente dopo la ritirata di Caporetto.
Per coloro che volessero approfondire le vicende di Nogarè segnaliamo “Storia di Nogarè dalle origini ai giorni nostri” e “Storie di Nogarè” entrambi i libri di Andrea Zanchetta.