L’idea di una linea ferroviaria Conegliano-Vittorio-Ponte nelle Alpi iniziò contemporaneamente con l’inaugurazione della stazione di Conegliano posta sulla linea Venezia-Udine nell’aprile 1855.

Storia della ferrovia Conegliano-Vittorio-Ponte nella Alpi

Questa tappa non fu affatto scontata, perché se da una parte per coprire la tratta Venezia-Trieste bastava il battello a vapore con le sue otto ore di viaggio. Dall’altra, la linea ferroviaria che doveva collegare Milano-Venezia-Trieste-Vienna, si sarebbe potuta costruire su un tracciato più a sud con alcune tappe intermedie via Treviso-Oderzo-Portogruaro perché meno costosa rispetto alla variante a nord, voluta con impegno dall’amministrazione di Conegliano e altre località.

Fu proprio la presenza di questa importante via di comunicazione che fece nascere da subito il desiderio costruire una diramazione ferroviaria per raggiungere Vittorio, che diverrà Vittorio Veneto nel 1918 e Ponte nelle Alpi. Sempre con l’occasione nacque un’altra ipotesi che era quella di costruire una ferrovia da Pianzano (Godega Sant’Urbano) a Serravalle con una sola fermata a Ceneda in località Casotto, l’odierna Pontavai.

Un’altra ipotesi, del 1858, prevedeva di realizzare un tram a cavalli o una vera e propria pista “ipposidra” che collegasse l’odierna Vittorio a Conegliano o altre idee poco realizzabili.

Nel 1865 qualcuno ipotizzò un progetto ambizioso: collegare Vittorio con Belluno, valicare le Alpi ed arrivare al Lago di Costanza, magari collegando le altre ferrovie in costruzione come quella del Brennero. Tante idee che alla fine rimasero sulla carta.

Nel 1873, una legge concedette all’industria privata, la concessione di alcune ferrovie nei nuovi territori appena conquistati. Fra le concessioni era prevista anche la tratta Conegliano-Vittorio.

Vinse la concessione la Società Veneta per le Imprese di Costruzioni Pubbliche. Il raggio di azione di questa società era vasto: si occupò della gestione della ferrovia, della realizzazione di edifici come il municipio di Vittorio Veneto, si impegnò a dare, a livello urbanistico, una sistemazione al centro città, modernizzare i porti precedentemente costruiti, ecc.

La linea ferroviaria che congiungeva Conegliano con Vittorio, venne inaugurata il 15 aprile 1879, per soddisfare una esigenza industriale. Infatti, a Vittorio Veneto era attiva una delle prime industrie in Italia per la produzione della calce e del cemento. Serviva una rete che fornisse il carbone per far funzionare le fornaci e che trasferisse i lavorati. Prima di allora il trasporto veniva realizzato con i carri trainati da animali.

Nel frattempo, la gran parte delle merci che doveva arrivare a Vittorio Veneto giungeva con la ferrovia.

Era tradizione dell’epoca dare un nome alle locomotive a carbone, fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in servizio sulla tratta se ne contavano tre: una si chiamava Vittorio, una Conegliano e l’ultima San Martino, tutte facevano la spola lungo la linea.

Nel 1918, l’anno della fame, la stazione di Vittorio Veneto, all’epoca occupata dagli austroungarici, rappresentava uno snodo centrale perché diverse erano le merci o i soldati che venivano caricati per essere portati altrove. La destinazione spesso era il fronte del Piave servito malamente dallo scalo perché la stazione di Conegliano, in quell’epoca era bersaglio del tiro dell’artiglieria italiana. Per risolvere il problema, gli Austro-Ungarici pensarono ad un binario arretrato, si resero conto però che non era efficace per cui realizzarono una linea ferroviaria tra Sacile e Vittorio.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, riprese vigore il progetto iniziale e quindi il prolungamento della Conegliano-Vittorio fino a Ponte nelle Alpi. Parte del tracciato ideato venne già iniziato il 1° aprile del 1915, e i lavori proseguirono fino al 1916 quando si interruppero per la guerra.

Il prolungamento prevedeva un tracciato impegnativo con due gallerie: una in località San Floriano di circa 3 km ed una di 5 km in località Fadalto. Questo era il progetto del 1915. La linea, secondo alcune rassicurazioni politiche, doveva essere elettrificata con il sistema tre fasi.

Nel 1919 i lavori dovevano riprendere ma non fu così. Ricominciarono nel 1922 ma con un progetto diverso perché negli anni Venti si sviluppo nel vittoriese l’energia idroelettrica con l’innalzamento del Lago di Santa Croce e la galleria di 5 km sarebbe sbucata sotto il livello del lago. Il progetto del 1915 era ormai impraticabile.

I lavori della ferrovia nella località Fadalto iniziarono nel 1923 e si conclusero nel 1931. Per la posa dei binari si dovette però aspettare il 1936-1937.

Gli obiettivi degli anni Trenta, prevedevano che la linea Conegliano-Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi dovesse collegarsi con la linea Treviso-Feltre-Belluno-Ponte nelle Alpi-Calalzo. Questo anche per far fronte ad un’altra possibile guerra che, secondo i pensieri dell’epoca, doveva combattersi sul modello della Grande Guerra tra le Prealpi e le Alpi. La linea sarebbe servita per rifornire di armamenti, soldati e cibo il territorio impervio delle nostre montagne.

Ad ogni buon conto, il primo treno partito da Conegliano, arrivò a Ponte nelle Alpi il 24 settembre 1938. Nel 1945 durante la guerra, la ferrovia venne bloccata a seguito di un bombardamento americano. Non mancarono in quell’epoca a danno della ferrovia: attentati, attacchi dei Partigiani e blocchi momentanei come successe purtroppo in tutto il territorio nazionale anche in maniera più devastante.

Fino al 1945 la ferrovia funzionò comunque. Venne bloccata successivamente per alcuni mesi per poi riprendere la sua funzione.

Tutt’oggi è una linea in funzione e merita di essere conosciuta.

Le immagini sono state recuperate da: Innocente Azzalini e Giorgio Visentin “La ferrovia austriaca Sacile-Vittorio e le altre occasioni perdute” De Bastiani Editore, 2007.