Piazza Flaminio

Piazza Flaminio è la piazza principale di Serravalle. È intitolata a Marcantonio o Marc’Antonio Flaminio, poeta, umanista e studioso di grammatica che nacque in città a fine del Quattrocento. Grazie al padre ebbe modo di studiare in diverse città italiane frequentando filosofi e uomini del clero.

Fermo sostenitore di un cristianesimo ispirato al Cristo e libero dai giochi di potere, si trovò spesso in sintonia con le correnti riformiste del protestantesimo tanto che per la sua ortodossia venne interrogato anche da Gian Pietro Carafa all’epoca Papa Paolo IV.

Piazza Flaminio è sostanzialmente il cuore di Serravalle. Lo era sia quando il centro era autonomo sia dopo l’unione con Ceneda quando insieme diedero origine alla città di Vittorio divenuta nel primo dopoguerra Vittorio Veneto.

La piazza ha una forma rettangolare ed il lato corto rivolto ad est si affaccia sul Meschio e sui palazzi in stile veneziano posti sulla sponda sinistra del fiume. Sul lato meridionale si trova una dimora del XIV secolo, probabilmente voluta da un ebreo e conosciuta come Casa di Salomone, caratterizzata da un loggiato ribassato con le colonne parzialmente interrate per l’esito di una piena. Sullo stesso lato si trovava il Monte di Pietà come ricordato da una lapide. Il lato corto ad ovest, protetto alle spalle dal Monte Cucco, è arricchito dai palazzi: Troyer, Bernardini, dalla Torre Civica e dal Palazzo della Comunità che ospita il Museo del Cenedese. Il lato a nord ospita Palazzo Cesana Bonaccorsi oggi denominato Palazzo Todesco sede di mostre contemporanee, l’arco austriaco ed il secondo Palazzo Cesana su cui è fissata una targa dedicata a Marcantonio Flaminio.

Piazza Flaminio è stata per secoli il Foro di Serravalle, prese l’attuale denominazione alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento.

Nel passato la piazza era divisa dalla Cal Granda e dal Palazzo Municipale perché vi erano degli edifici che furono abbattuti fra gli anni Sessanta e Settanta del Cinquecento. L’aspetto della piazza più volte nel corso dei secoli, anche quando il governo austro-ungarico decise di far passare, sul lato nord del foro, la Strada di Alemagna che comportò uno stravolgimento generale dell’impianto architettonico.

Coloro che arrivando in automobile dalla Valle dei Laghi o dalla Val Lapisina vogliono entrare in Piazza Flaminio, devono transitare sotto un grande arco in pietra che venne realizzato dagli Austro-Ungarici prima dell’unificazione dell’Italia con l’intento di dare unitarietà alla piazza dopo le numerose modifiche apportate.

Durante l’occupazione austro-ungarica, nella Prima Guerra Mondiale, Piazza Flaminio venne utilizzata come parcheggio per gli automezzi e punto di ritrovo e smistamento per le truppe e i prigionieri. Divenne suo malgrado parte della propaganda dell’esercito nemico che voleva affermare il suo potere.

Non manca nella piazza un simbolo della Repubblica di Venezia con un pennone che porta alla sommità il leone di San Marco. Molti sono i riscontri medievali e rinascimentali su tutta la piazza che meritano di essere scoperti piano piano assaporando l’atmosfera che pervade questo luogo e per chi non si accontenta, conviene oltrepassare il Meschio sfruttando il ponte in prossimità del Duomo di Serravalle e fermarsi nel piccolo giardino dedicato ad Emma e Maddalena Tandura che offre un buon punto panoramico per ammirare tutta la piazza.