Chiesa Purificazione della Beata Vergine

Chi arriva a Tarzo utilizzando la provinciale 635 diretto verso valle o verso i monti, noterà la mole della Chiesa dedicata alla Purificazione della Beata Vergine e della torre campanaria che la accompagna in un paesaggio circondato dalle colline del Prosecco.

La facciata della chiesa, rifatta nel 1925, si pone all’attenzione del visitatore con le sue grandi lesene decorate con capitelli stile ionico che sorreggono un timpano abilmente arricchito di decorazioni e tre statue.

Nella facciata una lapide ricorda: “Templum hoc in honorem B.M.V. Purificationis dicatum Fronte Nova Hostili interrupta incursu Anno jubilari MCMXXV pulcherrume fulget E. Beccegato ep. Cenetn. Comite Tartii benedicente Cleri fidelibusque laetantibus”, ossia “Questo tempio dedicato in onore della B.V.M. della Purificazione rifulge ancor più bello per la nuova facciata, interrotta per causa della guerra, in quest’anno giubilare 1925, benedetta dal vescovo cenedese e Conte di Tarzo E. Beccegato tra il gaudio del Clero e dei fedeli”.

L’origine della chiesa della Purificazione della Beata Vergine si perde nei secoli, certo è che l’edificio attuale ha inglobato due chiesette rispettivamente del XII e XIII secolo e che l’opera venne progettata dall’ingegner Domenico Legati nel 1742 ed i lavori furono seguiti da Antonio De Boni.

Nella chiesa arcipretale di Tarzo, la pala dell’Arnosti con la Madonna e il Bimbo Gesù vede la figura di San Benedetto Abate a sinistra con il pastorale e San Giovanni Battista sulla destra. Sempre nella stessa chiesa dello stesso artista un’altra pala con San Carlo Borromeo con la tipica veste del vescovo assieme a San Francesco e Sant’Antonio Abate.

Fedeli e visitatori una volta varcata la soglia dell’edificio vengono accolti da un pavimento in marmo policromo, degli stucchi e da un altare maggiore che attira l’attenzione.

La pala d’altare sul finire del Cinquecento, venne commissionata dai Tarzesi a Cesare Vecellio, cugino e allievo del Tiziano, che arricchì diverse chiese nel Cadore con le sue opere.

Sulle pareti laterali del coro ci sono due affreschi del bellunese Giovanni De Min. Il pittore, attivo durante l’Ottocento, collaborò anche con il collega Hayez e lo stesso Canova lo sostenne più volte. De Min affrescò la parete di destra con la “disputa di Gesù al Tempio fra i dottori all’età di 12 anni” e quella di sinistra con il “Battesimo di Gesù al fiume Giordano”, le opere sono incompiute essendo le ultime fatiche dell’artista che morì a Tarzo il 23 novembre 1859.

La navata è arricchita da quattro altari laterali dedicati a San Benedetto, N. S. del Rosario, a Sant’Antonio Abate ed a Beata Vergine della Cintura mentre il soffitto è affrescato da Sebastiano De Boni.

Lo stile della chiesa è tipicamente rinascimentale e palladiano.

Come detto in precedenza, la chiesa è intitolata alla Purificazione di Maria e fa riferimento ad una usanza ebraica che riteneva la neo mamma di un maschietto primogenito impura per quaranta giorni. Per purificarsi la puerpera doveva poi recarsi al tempio. Nella sostanza i quaranta giorni dal Natale, coincidono con il due febbraio, data in cui viene ricordata la tradizione con la festa della Candelora.

La torre campanaria risulta costruita nel 1540, nel 1722 venne rialzata e nel 1885 diverse furono le opere eseguite per rinforzarla. Più e più volte la torre fu oggetto di lavori di consolidamento. L’orologio venne installato nel 1979.

Dove trovarla

La chiesa Purificazione della Beata Vergine si trova in via Roma 19