Chiesa Sant’Antonio Abate

Poco a sud del centro abitato di Falzè di Piave sorge il Borgo di Chiesuola raccolto intorno all’antica chiesetta o chiesuola di Sant’Antonio Abate.

È il luogo di culto più antico del paese e nel corso dei secoli è passato attraverso battaglie e guerre tant’è che è uscito indenne dai bombardamenti delle due guerre mondiali. Non ci sono informazioni precise sulla sua costruzione, gli storici la fanno risalire al basso medioevo.

Fino al Cinquecento, la chiesetta era intitolata alla Beata Vergine, successivamente veniva ricordata come Santa Maria di Falzedo o Madonna de Beccari e solo nel Seicento la chiesa viene accostata al nome di Sant’Antonio Abate. Il termine Beccari o Bechari fa riferimento a coloro che avevano a che fare con le bestie come allevatori, macellai, acquirenti di carni ecc. Il Borgo all’epoca sorgeva all’incrocio fra la via che portava al Castello di Collalto e la via che attraversando la valle del Soligo, permetteva di raggiungere le tenute e le Regole della Pieve di Soligo che arrivavano fino al Piave. Nel borgo giungevano diverse persone per un rinomato mercato del bestiame per cui i Beccari, primi attori di questo mercato, per ottenere buoni auspici frequentavano la chiesa.

Sul finire del Cinquecento, il Vescovo Marcantonio Mocenigo concesse all’Oratorio di Sant’Antonio Abate di amministrare i vari Sacramenti anche se diede l’autorizzazione per la costruzione di una nuova chiesa. Con l’occasione il piccolo edificio di culto venne restaurato: vennero rifatti i pavimenti, tinte tutte le pareti, ecc.

L’affresco la Madonna con Bambino in trono tra i Santi Rocco e Sebastiano venne coperto da uno strato di calce, verrà successivamente riscoperto e portato al suo antico splendore.

Nel corso del 1613 il successore di Marcantonio Mocenigo, Leonardo Mocenigo, commissionò una pala per l’altare maggiore intitolandola Sant’Antonio Abate.

Abbellivano a quel tempo l’Oratorio una raffigurazione delle Sante Apollonia, Lucia e forse Agata con sopra una Natività.

L’altare venne dotato di una tribuna sotto la quale comparivano i Quattro Evangelisti.

Nel corso degli anni Cinquanta del Seicento, l’allora parroco Giovanni Giacomo Ceresi, decise di trasportare dalla nuova chiesa parrocchiale in “questo più decente et honorevole luogo” l’immagine miracolosa della Madonna in trono con Bambino tra due Angeli attribuita al pittore Giovanni di Francia o comunque alla sua scuola. La pala risale al Quattrocento.

Nell’Oratorio di Sant’Antonio Abate, vi sono tre altari: il principale è dedicato alla Madonna, i due laterali sono dedicati a Sant’Antonio Abate ed alle Sante Apollonia e Lucia o Agata. Degli affreschi di Sant’ Antonio, della Natività e dei Quattro Evangelisti non si hanno più notizie, forse si celano sotto l’intonaco messo nel passato.

La chiesa è corredata di una piccola torre campanaria.

 

Dove trovarla

La chiesa di Sant’Antonio si trova all’incrocio tra via Chiesuola e via Cal di Val