CastelBrando

Sul Monte del Col dei Moi, ad ammirare Cison di Valmarino e la valle circostante, da secoli, forse millenni, si trova un castello, oggi noto con il nome di CastelBrando.

Si presume che la prima costruzione risalga addirittura all’epoca romana. In quelle zone infatti passava un ramo dell’antichissima Via Claudia Augusta Altinate che collegava le attuali coste veneziane con i paesi del “Norcium”, Nord Europa. Non c’è da stupirsi quindi se lungo questi importanti tratti di strada i romani avessero eretto alcune strutture di controllo. Quella sul Col dei Moi probabilmente era un Castrum (accampamento militare).

Con il passare dei secoli, in seguito alle varie invasioni, il Castrum fu sfruttato anche dai popoli barbari, in particolare dai longobardi che vi lasciarono come testimonianza del loro passaggio, delle croci scolpite in una parte di ingresso della struttura e tuttora facilmente visibili dalla corte interna.

In seguito, la fortezza passò tra le mani di vari proprietari, tra questi i vescovi di Ceneda, i Conti di Porcia e infine, intorno al 1154, la famiglia Da Camino che ne edificò verso la fine del 1100 la torre maestre e la torre del campanile che tuttora spiccano sopra i tetti del castello e, nel Trecento, le torrette di ingresso e la merlatura guelfa che circonda tutto l’edificio.

Il dominio della famiglia Da Camino durò quasi due secoli, fino a quando, nella prima metà del Trecento, furono costretti a cedere la proprietà alla Repubblica di Venezia, principalmente per mancanza di eredi.

Per la Serenissima, il feudo della Valmareno era di fondamentale importanza data la posizione strategica che gli permetteva il controllo dei principali passi locali attraverso le Prealpi.

Per questo motivo, in un periodo di grave crisi economica, decise di sfruttare questi territori e utilizzare il feudo come pagamento per il lavoro di due dei suoi più importanti condottieri di ventura: Erasmo Da Narni, meglio noto come Gattamelata (di cui abbiamo una statua del Donatello a Padova) e Brando III De Brandoli. In questo modo Venezia non solo estinse i suoi debiti con i due condottieri, ma si assicurò anche una maggior protezione di quei territori posti al confine settentrionale della Repubblica.

Tre anni più tardi, nel 1439, il Gattamelata, che alla vita di corte preferiva le grandi campagne militari, decise di vendere la sua parte di feudo e di fortezza alla famiglia Brandolini, che divenne quindi l’unica proprietaria della contea di Valmareno.

Nei successivi cinquecento anni, la famiglia mantenne il completo controllo del Castello, dedicandosi al suo ampliamento per renderlo una vera e propria residenza signorile. Nel 1510, Anton Maria Brandolini fece costruire l’ala rinascimentale, oggi riconoscibile per il suo color rosato e i 3 grandi stemmi dipinti (rappresentanti le unioni matrimoniali più importanti dell’epoca); gli interni sono caratterizzati da uno stile sansoviniano tipico dei palazzi dell’epoca.

Tra il 1710 e il 1730 fu costruita invece l’ala barocca, riconoscibile per il suo color bianco e rosso (che riprende i colori dello stemma della famiglia); di particolare interesse è la sua particolare struttura a forma di ferro di cavallo che permise di creare un giardino di corte interno, indispensabile per la famiglia che poteva passare le giornate all’area aperta assicurandosi la totale protezione dell’edificio che lo circondava e lo circonda tutt’ora totalmente. Molte sono le curiosità di quest’ala, tra passaggi segreti, l’ alcova del conte con le sue sette vie di fuga, un impianto di riscaldamento centralizzato e un percorso ideato per il passaggio delle carrozze.

La famiglia Brandolini fu proprietaria del castello fino al 1959 quando l’ultimo proprietario si trovò a doverlo vendere per far fronte ai propri debiti. Ad acquistarlo, i Padri Salesiani che fecero del castello un centro spirituale, rimasto impresso nei ricordi di molti abitanti della zona che proprio tra le stanze del castello ebbero la fortuna di fare il proprio ritiro spirituale.

Infine, nel 1998 il castello fu acquistato dall’attuale proprietario, l’imprenditore Massimo Colomban, che dopo 4 anni di intensi lavori di restauro (il tutto monitorato dalla soprintendenza ai Beni Culturali), aprì il castello al pubblico con il nome di CastelBrando in onore della famiglia Brandolini.

Oggi è possibile visitarlo e “viverlo” grazie agli hotel, ristoranti, bar, musei, centro congressi, centro benessere, teatri inseriti all’interno della struttura, nel rispetto dell’arredamento e dei resti del passato.

Gli interni del Castello sono visitabili solo con guida nei percorsi da 60 miunuti e 90 minuti.

Le visite al Castello sono disponibili tutte le domeniche e i giorni festivi dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 14:00 alle ore 18:00 nel periodo estivo, dalle ore 15:00 alle ore 19:00 nel periodo invernale.

Le visite saranno effettuate al raggiungimento del gruppo minimo di 4 persone. Al di fuori degli orari di apertura dell’ufficio visite, è possibile partecipare alla visita guidata solo previo prenotazione.

Gli esterni del castello sono visitabili liberamente.

Per informazioni: [email protected]

Dove trovarlo

CastelBrando si trova in via Brandolini Brando 29