Divenuto da qualche anno sede della Biblioteca di Storia Locale del Comune di Godega Sant’Urbano, l’ex Oratorio di Sant’Urbano a Pianzano, ha cambiato nei secoli diverse destinazioni d’uso. A partire dal secolo scorso, come chiesa sconsacrata divenne casa per il sagrestano, pollaio, magazzino edile, sede del club di ciclismo e molto altro. Seguì un lungo periodo di abbandono. Ricoperto da rovi e boscaglia, poche persone, passando in via Chiesa, notavano la presenza dell’ex Oratorio di Sant’Urbano.

Nel 2007, quando la proprietà dell’edificio è passata al Comune di Godega Sant’Urbano, è stato pensato un intervento di restauro volto a ridare dignità all’antica chiesa. Il restauro ha permesso di riscoprire molti elementi della storia di questo oratorio campestre, nuovi tasselli da incrociare con le poche testimonianze scritte legate al luogo. I documenti perlopiù fanno riferimento all’antica fiera che si svolgeva nel giorno di Sant’Urbano nei pressi della piccola chiesa, più che all’edificio in sé. Il primo di questi è del 1180 e racconta della disputa tra nobiluomini del luogo proprio durante questo evento.
Uno dei documenti più importanti, quantomeno per il suo valore artistico, che ci parla dell’Oratorio, è il bellissimo polittico dell’altar maggiore della Pieve di San Fior di Sopra dipinto da Cima da Conegliano agli inizi del XVI secolo.

L’Oratorio infatti apparteneva alla Pieve di San Fior, e Sant’Urbano, in quanto patrono, venne raffigurato insieme agli altri Santi titolari delle chiese suffraganee. Egli rientra nel novero sei Santi più piccoli della fascia superiore del polittico, collocazione che deve far intendere la minor importanza dell’Oratorio rispetto alle chiese maggiori, come quella di San Lorenzo sempre a Pianzano, destinate poi a diventare parrocchiali.

Tuttavia le origini della chiesetta sono sicuramente di molto anteriori alla pala del Cima. Il restauro e gli scavi archeologici hanno attestato l’origine dell’edificio al XII sec, così come suggerito anche dall’intitolazione. Il culto di Sant’Urbano infatti trovò una larga diffusione proprio attorno a quel periodo, come conseguenza della politica di Papa Gregorio VII volta a riaffermare la centralità della Chiesa di Roma, anche attraverso la promozioni delle figure di santi papi come il nostro. Sant’Urbano era poi considerato protettore dei viticultori e dei raccolti, quindi una figura sicuramente adatta a un oratorio campestre.
Il restauro ha permesso di riportare alla luce anche dei bellissimi dipinti murali nascosti sono diversi strati di scialbo di calce o strati di intonaco. Nell’aula sono riemersi degli affreschi del XVII sec che scandiscono le pareti con un finto colonnato a trompe l’oeil ed accogliendo in controfacciata lo stemma del patriarca Alvise Sagredo. Egli promosse il restauro dell’edificio intorno al 1680 vincolando la nomina di Bartolomeo Benedetti, all’ora vicario di San Fior di Sotto, a beneficiario dell’oratorio di Sant’Urbano previo intervento di riqualificazione dell’edificio.
Nell’abside invece troviamo un ciclo pittorico molto antico, del XIII sec, giunto fino a noi in maniera frammentaria causa i molti anni di incuria dell’edificio e il crollo del catino absidale. Nella fascia inferiore troviamo, ancora ben leggibile, il coro degli apostoli mentre, nella parte superiore, riconosciamo i piedi di cinque figure che dovevano occupare maestosamente il catino. Verosimilmente al centro doveva esserci il Cristo benedicente, con ai lati la Madonna e Santi, tra cui anche il nostro Sant’Urbano. Sulla parete di fondo dell’aula, ai lati dell’abside, sono invece raffigurati a sinistra San Giovanni Battista e a destra San Michele arcangelo. Le figure dallo stile bizantineggiante, sono dipinte in maniera sintetica con poche pennellate sapienti e con una limitata gamma cromatica. I gialli, i rossi, i neri e l’azzurro intenso dovevano delineare un ciclo pittorico si forse impatto. L’orientamento della chiesa verso est regalava poi al sorgere del sole uno scenario ancor più coinvolgente per il fedele partecipante alle liturgie del mattino.
Grazie al restauro è stato quindi possibile ricoprire un luogo importante per la comunità, ora centro di attività culturali promosse dalla Biblioteca di Godega e dalle associazioni attive sul territorio.
Per aggiornamenti sulle attività svolte all’interno dell’oratorio suggeriamo di contattare la Biblioteca comunale di Godega per richiedere l’inserimento del proprio indirizzo mail nella newsletter.

Sarete così sempre aggiornati sulle iniziative culturali promosse dal Comune di Godega Sant’Urbano.
http://www.comunegodega.tv.it/

Come raggiungere l’Oratorio

L’Oratorio di Sant’Urbano si trova in via Chiesa