Quella sera nella cucina Luigia cercava di far cuocere ciò che era riuscita a mettere insieme per cena. Nel focolare un misero ceppo riscaldava a malapena il contenuto della “caliera”. La piccola fiamma aveva addensato la polenta a cui erano state aggiunte alcune erbe di campo e una fettina di lardo.

Quella fiamma serviva anche per intepidire la stanza e riscaldare nonno Piero.

In pochi minuti arrivò il resto della famiglia.

Erano tutti in quella stanza: Giovanni il capofamiglia, Luigia sua moglie, i loro quattro figli, Antonio di 19 anni faceva il contadino, Stella di 16 se non era in filanda lavorava assieme ad Antonio ed ai fratelli più piccoli Sante e Beppino nei campi. Con loro viveva Piero, il papà di Giovanni, ormai consumato da una vita faticosa e non poteva più lavorare. Vivevano in quella casupola nella campagna di Orsago ormai da tre generazioni.

L’arrivo di marzo non aveva ancora mitigato il freddo dei mesi passati e in cucina ormai da tempo non c’era più il caldo degli inverni precedenti. Infatti a metà agosto la tempesta aveva falcidiato i filari di vigna assieme agli interfilari con il granoturco e non si era salvato quasi niente.

Giovanni aveva venduto ormai tutto quello che aveva, compresa la legna da ardere per procurarsi in po’ di cibo e sfamare la famiglia. La stagione più dura era passata ma servivano un po’ di soldi per comprare un paio di once e allevare i bachi da seta per produrre bozzoli.

Mentre i giovani avevano passato la giornata lavorando nei campi, il capofamiglia si era recato a Sacile per cercare un prestito. La situazione era difficile e non riusciva a trovare una somma adeguata senza interessi da usurai.

Non avendo più merce da vendere o barattare non sapeva proprio come risollevarsi da quella condizione ormai insostenibile. E non era la prima volta che cercava aiuto.

Riuniti a tavola con il loro misero pasto tutti ascoltavano il triste resoconto di Giovanni. Sembrava non ci fosse una via di scampo alla loro condizione …. Fu Stella in quel momento a ricordare che ad Orsago in settembre era nata una cassa prestiti: la Cassa Rurale di Prestiti S. Benedetto di Orsago.

Sarebbe diventata la loro salvezza.

Nel 1895 questa purtroppo era una storia comune.

La storia

La Storia della Banca della Marca inizia in un momento in cui la situazione di Orsago tra fine Ottocento ed inizio Novecento era molto critica. A quell’epoca in paese abitavano circa 2.000 persone che ormai soffrivano il protrarsi di una situazione difficile. Le cause erano dovute all’impoverimento dei terreni, alle malattie che avevano colpito la vite ed i bachi da seta, alle guerre e alle carestie. I raccolti non riuscivano più a sfamare gli abitanti. Anche chi aveva un lavoro in filanda ne risentiva.

Dilagava l’usura che colpiva indistintamente la popolazione, e per uscire da questa piaga sociale c’era la necessità di disporre di un credito a condizioni ragionevoli.

Tutte queste necessità avevano indotto un gruppo di piccoli agricoltori guidati da Don Antonio Possamai a fondare l’attuale Banca della Marca: era mercoledì 18 settembre 1895.

Nata come società cooperativa in nome collettivo, inizialmente come Cassa Rurale di Prestiti, poi come Cassa Rurale ed Artigiana di Orsago, poi come Banca di Credito Cooperativo ed attualmente Banca della Marca, la Cassa si propose di migliorare la condizione morale e materiale dei soci fornendo loro il denaro in base allo statuto societario.

Don Antonio Possamai nacque a Cison di Valmarino il 3 agosto 1867 da una famiglia molto umile e religiosa, intraprese gli studi nel seminario di Ceneda a Vittorio Veneto. Divenuto parroco, venne trasferito per poco ad Oderzo ed in seguito destinato ad Orsago dove morì nel 1903 all’età di soli 36 anni per una broncopolmonite divenuta poi tisi.

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Nel dopoguerra la parrocchia ed Orsago si ripresero grazie alla caparbietà degli abitanti e lo sviluppo economico-sociale poté trarre grandi benefici dalla presenza della Banca della Marca.

La Banca della Marca, con il passare del tempo è diventata nella nostra zona una importante realtà alla quale ricorrono tranquillamente i cittadini che depositano i propri risparmi e che trovano condizioni creditizie conformi all’originale volontà dei fondatori. Lo confermano lo sviluppo nel territorio, le 30 filiali aperte dagli inizi anni 90 tra Veneto e Friuli Venezia Giulia presenti ad esempio a Cordignano, Sacile, Castello Roganzuolo, Cimavilla ecc.

Fedele alle sue origini Banca della Marca sostiene con il proprio contributo anche molte iniziative legate al volontariato, allo sport e cultura, alle tradizioni e al recupero d’opere d’arte.

Vale la pena ricordare che la storia di questo importante Istituto che è raccolta in un’opera interessante scritta dal Prof. Frediano Bof e pubblicata dalla Banca della Marca.

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