Vittoria Alata

Chi arriva da settentrione a Vittorio Veneto percorrendo la Strada di Alemagna che scende dalle Dolomiti, viene accolto, all’inizio del centro storico dell’abitato, dalla scultura che ricorda Nike, ovvero la Vittoria Alata.

L’opera eseguita negli anni Cinquanta del XX secolo, fu curata dall’artista Toni Benetton, scultore contemporaneo noto per le sue opere in ferro, materiale che prediligeva e che utilizzava per dare vita a realizzazioni uniche ed emozionanti.

La singolarità dell’opera del maestro si esprime anche con la doppia rappresentazione di Nike, infatti, anche chi arriva in città dalla parte meridionale viene accolto da una scultura gemella di quella posta a nord dell’asse viario che attraversa Vittorio Veneto.

Nike o Νίκη in greco antico era una figura mitologica che rappresentava la vittoria nella cultura ellenistica. Era sorella di altre figure: Bia o Βία cioè la forza, Zelos ovvero Ζῆλος che rappresentava la rivalità e Kratos ossia Κράτος che rappresentava il potere.

La statua più famosa di Nike fu scoperta nell’isola di Samotracia sul finire del XIX secolo e la sua icona è forse servita per dare vita a queste due opere che stazionano su un basamento che accoglie anche la scritta “Vittorio Veneto”.

Le fonti sostengono che vennero posizionate nel corso degli anni Cinquanta del Novecento e nel tempo più volte oggetto di manutenzioni.

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Il tema della vittoria alata, come abbiamo letto, proviene dall’antichità e in Italia venne riutilizzato ai primi del Novecento dal Marinetti che mise a confronto la bellezza della statua ritrovata a Samotracia e conservata al Louvre con l’automobile e la vita moderna, dal D’Annunzio dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, ma anche dal testo della canzone “il Piave”.

La Vittoria Alata è diventata negli anni il simbolo della Città di Vittorio Veneto ed alcuni Vittoriesi sostengono che il perimetro della città abbia assunto nel tempo il profilo della statua.