Oderzo-patrocinio Oderzo

Oderzo

Oderzo, Opitergium in latino è un antichissimo centro di origine di Paleoveneta che si trova nella zona della Sinistra Piave, a poco più di trenta chilometri da Treviso. Raggiunse il suo massimo splendore nel primo secolo a.C. come Municipium romano.

La fondazione della città è per l’appunto riconducibile al periodo dei Paleoveneti, intorno all’XI secolo a.C. All’epoca l’insediamento era denominato “Opterg”, che in lingua venetica significa “Piazza del mercato“. Attraversata da importanti rotte commerciali, fu gradualmente annessa all’Impero Romano, come peraltro testimoniano i quattro siti archeologici dislocati su tutto il territorio, da qui l’appellativo odierno “Città archeologica”. Si tratta di un processo di pacifica “romanizzazione” della cittadina che portò alla costruzione, nel 148 a.C., della Postumia, storica via di comunicazione che collegava Genova ad Aquileia passando per la Pianura Padana. Ai tempi furono realizzati pure un porto fluviale, alimentato dalle acque di un antico ramo del Piave sul cui letto, nel Medioevo, furono scavati i canali Navisego e Piavon e uno marittimo, posto nelle vicinanze dell’attuale Ceggia, che due millenni fa sorgeva in riva al mare.

Nel 667 fu distrutta dalla furia del Longobardo Grimoaldo, per poi entrare a far parte, nel 1338, della Repubblica Veneta: nei secoli conobbe alterni momenti di difficoltà e splendore. Pur mantenendo una spiccata vocazione agricola, oggi è fra le più importanti cittadine della Marca Trevigiana. L’abbondante presenza di acque, anche nel sottosuolo, rende questa zona molto fertile permettendo, fra le altre colture, la produzione di uve da cui si ottengono vini di notevole interesse quali Verduzzo, Merlot, Cabernet e Raboso.

Molto forte è il legame di Oderzo con la sua storia. A tale proposito, di particolare rilievo il Museo Archeologico Eno Bellis, istituito nel 1876. Dal 1999 ha sede nella Barchessa di Palazzo Foscolo dove sono esposti i reperti più significativi che richiamano alla vita quotidiana dei Romani: steli funerarie, collezioni di monete e statuine di bronzo. Al secondo piano dello stesso Palazzo Foscolo è collocata la Pinacoteca Alberto Martini che raccoglie le maggiori opere dell’Artista opitergino che fu simbolista, nelle prime creazioni, aderendo, in un secondo momento, alla corrente surreale.

Suggestive le aree archeologiche a cielo aperto, visitabili su prenotazione e con guide autorizzate dalla Soprintendenza Archeologica del Veneto: il Foro Romano, le ex carceri, via dei Mosaici (con la parte inferiore di due pozzi e la pavimentazione musiva di una domus) e il sito fra Piazza Grande e Piazza Castello. Qui sorge un tunnel attraverso il quale si possono scorgere i resti di uno dei due assi principali della città e di una pavimentazione esposta a muro. Altri luoghi di interesse, il Museo di Apicoltura a Magera, il Casòn di Piavon, abitazione tipica della campagna veneta. D’estate, nel salotto di Piazza Grande, si tiene la manifestazione lirica Opera in Piazza, che richiama migliaia di appassionati da tutta Italia.

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