Chiesa San Bartolomeo Apostolo

La chiesa intitolata a San Bartolomeo Apostolo ad Arfanta si trova sulla sommità di un colle e offre una vista impareggiabile sul territorio limitrofo. Le prime informazioni sulla Pieve risalgono al Quattrocento e non risultano atti da cui si possa capire chi consacrò la chiesa.

Sappiamo che venne restaurata recentemente, una prima volta nel 1904 e un’altra nel 1974. In quest’ultima occasione venne rifatto il tetto così da dargli una impronta riferibile al XV secolo. La facciata risulta semplice e contrasta con la mole della torre campanaria costruita in sassi e pietre posta sulla sua sinistra.

All’ingresso la chiesa mostra una unica navata con ampie aperture nelle facciate laterali.

L’altare maggiore è frutto del lavoro dell’architetto Marco Torresini di Venezia ed offre al visitatore un bell’esempio di architettura arricchita dai colori dei suoi marmi rossi e grigi. Tra le colonne trova spazio una pala raffigurante la Madonna con il Bambino fra San Bartolomeo, San Sebastiano, Sant’Antonio Abate e San Michele Arcangelo con il committente prodotta da Francesco da Milano, artista medievale che abbellì con diverse sue opere le chiese della diocesi di Ceneda tra il nella prima metà del Cinquecento.

La bella pala d’altare di Antonio Lazzarini (1672 – 1732) in cui la Madonna viene ritratta con il Bambin Gesù attorniata da Sant’Antonio e altre figure. Sempre nella parrocchiale dedicata a San Bartolomeo, la pala dell’altare maggiore di Francesco da Milano datata 1522 dove San Bartolomeo compare con i suoi simboli: il libro e il coltello, quest’ultimo a simboleggiare il martirio.

Nell’edificio vi sono due altari minori: il primo è un altare ligneo opera del Ghirlanduzzi di Ceneda, è dedicato a Sant’Antonio e al suo interno ospita una pala di Antonio Lazzarini pittore attivo tra il Bellunese ed il Trevigiano a cavallo dei secoli XVII e XVIII, mentre il secondo è l’altare del Rosario con la pala di Antonio Gabrielli raffigurante la Madonna del Rosario con il Bambino fra Santa Rosa, San Domenico, Santa Augusta e le anime del Purgatorio.

La vasca della fonte battesimale, ormai trasferita nel Duomo di Conegliano, è particolarmente pregiata visto che è stata realizzata in un unico pezzo di pietra viva.

La chiesa di San Bartolomeo Apostolo ha in dotazione un organo dei fratelli Callido Gaetano e Antonio di Venezia che venne commissionato nel 1800 e divenne funzionante già nel 1802. Venne restaurato a metà degli anni Novanta del Novecento. Nella chiesa si trovano altre testimonianze artistiche del Quattrocento, Cinquecento e Seicento.

Il campanile porta sul frontone della porta d’ingresso la data del 1724. Le campane furono asportate dagli Austriaci durante la Grande Guerra, rifuse dalla ditta De Poli ritornarono ad Arfanta nel corso degli anni Venti del Novecento.

La parrocchia di Arfanta fin dal Trecento era legata con Corbanese. Nel Quattrocento, l’allora Vescovo di Ceneda, Pietro Lioni, nominò un parroco ad Arfanta, dandogli anche la gestione della chiesa di Corbanese. Il parroco, decise di eleggere a sua dimora la canonica di Corbanese e non Arfanta perché isolata e troppo silenziosa. La parrocchialità venne trasferita a Corbanese nel corso del Seicento e Arfanta venne ridotta a curazia.

Sul finire del Settecento, gli abitanti di Arfanta chiesero al Vescovo, Lorenzo da Ponte, di staccarsi da Corbanese e ridiventare parrocchia. Venne deciso che ad Arfanta venisse corrisposto un assegno di £ 140 l’anno. Il tutto divenne effettivo dal 30 gennaio 1764.

La chiesa di Arfanta è una delle più antiche chiese del Comune di Tarzo.

Dove trovarla

La chiesa San Bartolomeo Apostolo si trova in via la chiesa 34