Percorso Alla scoperta di Portobuffolè
Potete parcheggiare l’automobile in via Contratti, nei pressi di Porta Friuli, o in viale Margherita e da qui iniziare il vostro percorso Alla scoperta di Portobuffolè.
Potete decidere se entrare da Porta Trevigiana o da Porta Friuli e uscire, di conseguenza per l’altra porta.
Potrete entrare nel borgo utilizzando l’attuale ponte, costruito nel XVIII secolo, superando così il letto del canale che circondava il paese dove scorrevano le acque del Livenza, che venne però interrotto agli inizi del XX secolo per scongiurare il rischio di alluvioni. Già in epoca romana Septimum era un rilevante snodo per il commercio, lungo il Livenza venivano trasferite merci che provenivano sia dal mare che dalla montagna. La sua importanza rimase tale fino al declino della Repubblica Veneziana.
Prima di varcare il ponte, una occhiata verso nord ci consegna l’immagine di una bella torre in mattoni, parte sicuramente del castello medievale andato perso nel corso dei secoli assieme alle altre torri di difesa. Dalla sua sommità, a Capodanno, vengono lanciati i fuochi artificiali e all’interno trova spazio il “Museo della civiltà contadina e dell’artigianato dell’Alto Livenza” ricco di attrezzature e di oggetti riferiti alla vita dei secoli scorsi.
Superato il ponte e la porta, sarete accolti da una atmosfera di serenità e di calma tipiche di altri tempi. Una piroetta a 360° guardando in alto vi permetterà di scoprire un paio di stemmi che qui, come in tanti edifici del borgo, potranno darvi indicazioni curiose sulla vita e sulla storia di chi ci ha preceduti. Sempre curiosi i leoni di San Marco con il loro libro aperto o chiuso per ricordare epoche in cui la Serenissima era in guerra o in pace.
Se prendete a sinistra, “zanca” nel dialetto dei primi del Novecento, continuerete il vostro viaggio nella storia. Dall’alto la scena è dominata dalla torre civica, in basso vi accoglie piazza Vittorio Emanuele II con diversi edifici storici: l’ex Monte di Pietà di origine veneziana che oggi funge da ufficio turistico e che conserva ancora tracce di affreschi e il palazzo municipale che da secoli mantiene le sue funzioni. Se entrate nella sua loggia, potrete anche scoprire una grata che a suo tempo permetteva di accedere direttamente al canale per scaricare e caricare le merci dalle imbarcazioni.
Dalla piazza, guardando i vari edifici, troverete stemmi e simboli dei poteri che si sono succeduti nelle varie epoche e che con un po’ di fantasia potrebbero riportarvi indietro nel tempo.
Più avanti, Casa Gaia da Camino ci riporta al XIII secolo quando Gaia, figlia di Gherardo III da Camino, signore della Marca Trevigiana, diede impulso alle attività culturali della città, meritandosi le attenzioni di Dante Alighieri che la ricorda nella Divina Commedia. Una visita dei suoi interni e alle mostre che spesso vi vengono allestite è doverosa se volete mantenere lo spirito di Gaia.
Altri palazzi, piazze e chiese, vi aspettano a Portobuffolè per raccontarvi le loro storie e se uscirete dal borgo, utilizzando Porta Trevisana, merita ricordare la via intitolata a Vincenzo Contratti, pilota di aerei che ormai sul finire della Grande Guerra, il 27 ottobre 1918 durante una missione di perlustrazione che serviva come supporto logistico all’imminente avanzata dell’Esercito Italiano venne abbattuto dall’esercito nemico.