I Boschi Crasere e Utia, situati a Francenigo, il Bosco Zacchi a Gaiarine rappresentano in maniera tangibile come sia possibile realizzare un recupero ambientale, creando spazi a fauna e flora autoctona.

Sono stati piantumati con l’idea di dar vita a dei boschi naturaliformi, cioè dei boschi che, pur essendo opera dell’uomo, nel tempo potessero assumere caratteristiche di naturalità da poter essere intesi come i boschi planiziali, cioè come quelle macchie silvestri presenti anticamente in tutta la pianura padana.

Si possono ammirare al suo interno le farnie, gli aceri campestri, i tigli, gli olmi, i biancospini, le frangole, i gelsi, i pioppi ed almeno un’altra ventina di specie autoctone che popolano da millenni i Boschi della pianura padana.

Le siepi secolari già presenti, che li proteggono dalla coltivazione intensiva dei terreni limitrofi, sono un luogo sicuro per la nidificazione del picchio rosso e verde, del colombaccio, del fringuello e della capinera.

Nel laghetto nidificano anche la folaga e la gallinella d’acqua, che convivono con la tartaruga palustre e molte specie di rane e pesci.

Il Bosco Zacchi di Gaiarine è da ricondurre al querco-carpineto planiziale che studi recenti di vegetazione forestale e di archeobotanica vedono affermarsi intorno al primo millennio a.C.

Le essenze arboree principali sono il carpino bianco, la farnia ed il frassino meridionale, ai quali si accompagna un ricco strato arbustivo: nocciolo, fusaggine, ligustro, prugnolo selvatico, lantana, con uno strato erbaceo multiforme e ricco.

Nel periodo primaverile è possibile osservare belle fioriture di geofite ovvero piante con bulbi come il bucaneve, l’aglio orsino, anemoni, il dente di cane, il mughetto, il giglio martagone, etc.

La varietà floristica che si manifesta a livello erbaceo costituisce il punto di forza naturalistico di questo Bosco.

Oltre alle caratteristiche botaniche, vi sono numerosi elementi di interesse faunistico da ricollegare all’esistenza di questi ecosistemi. Assieme alla macrofauna, essi danno ospitalità a specie rare di anfibi e insetti.

In ambienti come questi assumono enorme valore anche microecosistemi come i tronchi dei vecchi alberi per i picchi, o il legno morto per certi insetti rari.