Chiesa San Leonardo

La storia della chiesa San Leonardo di Moriago della Battaglia inizia con la prima attestazione del 17 maggio 1336 quando viene definita come cappella dipendente dalla Abbazia Santa Bona.

La prima attestazione vera e propria è del 1224 anche se senza titolo. Fu definita rettoria nel 1375 e già con cura d’amine nel 1447. Diverrà parrocchia sotto il Vescovo Michele Della Torre nel 1569. Le vicissitudini storiche più importanti si intrecciano attorno al Trecento.

Dal 1370 al 1374 è documentato un lungo processo riguardante gli obblighi di pagamento della popolazione di Moriago della Battaglia al chiericato della pieve di Sernaglia della Battaglia.

Si ricorda anche che nel 1370 il cappellano di Moriago della Battaglia  doveva accorrere alla funzione del Sabato Santo e nel giorno di Pentecoste ma egli, insieme ai parrocchiani vi si portava solo in Quaresima.

Viene ricordato anche che da almeno sessant’anni i Moriaghesi pagavano il quartese allo stesso chiericato. Nel 1374 la popolazione fu incaricata di pagare 38 ducati, nel 1374 vengono menzionati 21 uomini di Moriago.

Nel 1382 si cita anche il cimitero nel testamento di Francesco quondam (fu) Bonacorso da Col di Zottier nel contà di Zumelle che desidera essere sepolto nel cimitero di Moriago e indirizza alcuni lasciti alla scuola di San Lorenzo.

Nel 1385 il falegname Altiniero da Vidor viene incaricato di costruire la Chiesa di San Leonardo.

Nel 1399 attestata nuovamente la scuola di San Lorenzo con terre a Moriago in località Castelaz. Nel 1458 ristrutturazione della chiesa.

Tutt’oggi sono murate all’esterno della chiesa di Moriago alcune lapidi: in una si può leggere “1458 sub regimine presbiteri Iacobi de Termula” e raffigurati anche i simboli dei Santi Leonardo, Caterina, Giovanni Battista, Antonio Abate, Bernardino, rispettivamente i ceppi, l’aquila, il braccio che battezza, il giogo da coppia e quello singolo e il motto IHS.

Altra lapide possiede solo la data 1458 e la sigla I A (Iacobo Apulo, rettore).

In una terza, difficile da leggere si scorgono i nomi dei mastri Zuane e Antonio (m.o çuani e m.o antonio fece).

La quarta ripota invece un giglio stilizzato.

Nella visita Pastorale del 1475 la chiesa era possidente di una croce, due calici d’argento, un messale, un libro per battezzare. Era anche bisognosa di riparazioni. Nel 1550 viene attestato anche il fonte battesimale di marmo. Nel 1544-1547 annesso alla chiesa vi era anche l’oratorio campestre dedicato a San Marco.
La chiesa durante questo periodo era in possesso di opere d’arte di valore inestimabile: una tavola del Pordenone (ancora in possesso e attribuita a tale pittore nel 1822 da Antonio Canova che di ritorno dal Castello di Collalto sciolse con indiscussa facilità l’intricato dubbio di chi la voleva del Tiziano e chi del Pordenone. Altre opere erano una tela raffigurante la Madonna della Cintura del Frigimelica, una Addolorata dello Speranza, affreschi del Denim (Assunta).

Moriago della Battaglia ha avuto tragiche conseguenze durante la prima guerra mondiale: il paese, tutto distrutto, si presentava come un cumulo di macerie. La chiesa venne ricostruita sullo stesso posto dopo pochi anni da un progetto di Alberto Alpago Novello.
Nel 1924 venne anche preventivata l’iniziativa di decorare la grande cupola della parrocchiale che fin dalla costruzione era apparsa meritoria di decorazione. Il parroco, don Domenico Pancotto accettò la proposta di Antonio Zalamena e Eliodoro Vendramini. Il progettista della chiesa, Alberto Alpago-Novello, propose la figura di un valente pittore, Guido Cadorin. Don Pancotto, avendo già valutato lavori dello stesso Cadorin nelle chiese di Vidor e Col San Martino, non ne fu entusiasta. Ma arrivò la metà di luglio del 1924 e si stipulò il contratto.

Il Cadorin si mise al lavoro per il cielo blu della cupola avvalendosi dell’aiuto del pittore Zanzotto Giovanni di Pieve di Soligo e padre del noto poeta Andrea. Pure una scritta in latino tratta dagli Atti degli Apostoli ci illustra la scena della Pentecoste: “Seditque supra singulos eorum, et repleti sunt omnes Spiritu Sancto, et coeperunt loqui Apostoli variis linguis magnalia Dei, prout Spiritus Sanctus dabat eloqui illis” (Atti 2, 3-4).

Terminato il lavoro del cielo si decise di sospendere il lavoro per il cattivo tempo e rimandarlo alla primavera del 1925. Questa volta si avvalse dell’aiuto del giovane Astolfo de Maria che lo aiutò nei lavori. Il Cadorin dopo aver avuto apprezzamento dalla Commissione d’Arte Sacra di Vittorio Veneto che ne approvò il bozzetto, si mise al lavoro. All’insaputa del parroco, fece posare per la figura dell’Apostolo Mattia niente di meno che il Sindaco di allora, Giovanni Durante, poi anche il giudice conciliatore, il farmacista ecc… L’eco fu grande tanto che la stampa nazionale ne parlò e la popolazione gridò allo scandalo.

Dopo non poche peripezie e dopo che il Vescovo Mons. Beccegato scrisse più volte allo stesso Cadorin, il pittore fu invitato ad apportare le dovute modifiche agli Apostoli, rendendoli non riconducibili ai personaggi di spicco del paese. Ma Cadorin, dopo due ore di lavoro (e non avendo modificato più niente), se ne andò. Così giungono a noi ancora intatti questi affreschi.

Dove trovarla

La chiesa di San Leonardo si trova in piazza della Vittoria a Moriago della Battaglia